di Roberto Carroll
All’incalzare dell’On. Di Pietro sul motivo principe per cui il governo Monti non ha messo in manovra la vendita delle frequenze televisive, lasciandole così finire gratuitamente nelle mani di berlusconi, il sottosegretario all’economia Gianfranco Polillo sembrava un bambino accanto ad un vaso in frantumi privo del gatto su cui addossare la colpa.
Masticando visibilmente amaro ha dovuto farfugliare ob torto collo sul tema delle alleanze che tengono in piedi questo governo tecnico, finendo quindi per avallare l’affermazione di Di Pietro che pressappoco è stata: “ Non lo fate perché altrimenti berlusconi non vi dà la fiducia…”.
Questa piccola ma solida verità emersa a cielo aperto durante Ballarò, porta ad una facile affermazione e cioè, che chi ha esultato del “passo indietro “ di berlusconi quasi fosse un 25 aprile, lo ha fatto sottovalutando ancora una volta la capacità del personaggio.
Come ho avuto modo di scrivere su questo blog a pochi giorni delle sue dimissioni ( “La prossima vittoria di berlusconi”), il puffo di Arcore si è ritirato semplicemente per far fare ad atri ciò che sarebbe toccato di fare a lui. Dovremmo aver capito ormai che la nostra legislazione non è più questione di politica interna avendo ceduto la nostra sovranità all’Europa che è, oltretutto, tutta fuorché un’entità politica. Quindi la manovra avrebbe dovuto comporla entro la fine del suo mandato. Certo che vedersi le manovre fatte in nome dell’Europa è un paradosso se consideriamo che l’Europa vera e propria ancora non esiste. L’Europa non è né una nazione, né una confederazione di stati. L’Europa è una pretesa ideologica piena di contraddizioni disseminata di economie diverse e di diverse tenute sociali, priva di un corpo unico di difesa, assoggettata a regole bancarie a loro volta sostenute da mercati di capitale. Ma eviterò di divagare per tornare al nostro amato ometto bionico.
Dunque, berlusconi ancora una volta esce indenne o quasi da una manovra che per impopolarità farà ricordare solo Monti. In più ha l’arma del ricatto, cioè la fiducia, verso il professore. La mancata vendita delle frequenze televisive, appunto, è la canna fumante.
Se tutto ciò è oggettivamente giustificabile da parte di berlusconi, che fa il suo dannato porco interesse, quello che non si capisce è perché presti il fianco per l’ennesima volta il PD.
I Democratici ancora una volta stanno lì proni e chini a fare il gioco dell’avversario anziché contrastarlo.
Piuttosto dovrebbero essere loro a “imporre” alcune manovre quale appunto la vendita e non la regalia delle frequenze, minacciando loro di non votare la fiducia al governo.
Non lo fanno, probabilmente per due motivi. Il primo è che hanno una gran paura di andare al voto consapevoli di non avere la vittoria in tasca, il secondo è nel loro affanno ad inseguire le classi cattoliche (notato che loro sull’ICI alla chiesa stanno zitti?) e imprenditoriali per cui le fasce come quelle dei pensionati possono andare a farsi benedire.
Un’altra frasetta magica venuta fuori nella stessa puntata di Ballarò è stata proferita dalla Presidente regionale Polverini. Nell’udirla mi sono trovato ad un Deja Vu. Infatti la udì nella stessa trasmissione ma in altra occasione e proferita da un’altra gentil donna, la senatrice Finocchiaro. La frasetta? Tutti dovreste ricordarla: “Abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità”.
Ora il mio augurio è che sia la Polverini che la Finocchiaro stessero parlando per sé stesse e non per conto degli italiani. Perché se fosse così sarebbero graditi non dico i nomi e cognomi ma almeno le classi di appartenenza, se non altro sapremmo chi ha goduto di tanto bengodi.
Quel che ha detto dopo la Polverini, cioè il suo dissenso dalla patrimoniale, la sua delusione nel vedere un governo tecnico che presta il fianco a quello politico (ma, scusando l’espressione: ci prende per il cu…?) come se lei facesse ancora parte del sindacato e non di una coalizione che l’ha portata alla Presidenza ed a cui politicamente è debitrice insomma ogni argomentazione non è più d’un prestigiatore che tenta di risvegliare il suo pubblico annoiato dalle volte cha ha visto lo stesso spettacolo.
Una previsione si può trarre da questi frammenti: elezioni a primavera.
Monti farà la sua manovra finendo per scontentare i più e chi ne trarrà beneficio saranno la Lega (che a furia di propaganda già va in recupero del suo elettorato) e berlusconi che potrà tenere in stallo il governo finquando non annuserà l’ora delle urne. Nel frattempo si porterà a casa i propri interessi. Ancora una volta con la complicità del PD.