martedì 6 dicembre 2011

Il decreto-salva-Italia


di Francesco Zanovello

L'anno nuovo ormai si avvicina, ma di certo ci sarà ben poco da festeggiare. Il decreto-salva-Italia è stato approvato. Le Camere dovrebbero discuterlo e convertirlo (a saldi invariati) entro fine mese. L'Europa ci aspetta giovedì e venerdì per farci i complimenti. Bene, tante grazie e arrivederci. il segretario del Pdl Angelino Alfano, in relazione al mancato aumento dell'aliquota irpef per i redditi superiori ai settantacinque mila euro, sostiene: "è passata la nostra impostazione per non colpire i soliti noti. Di questo sono contento!" Bene, felicitiamoci del giubilo del segretario, e se non ci sentiamo ancora paghi facciamo quello che ci consiglia l'Onorevole Berlusconi: rimpiangiamoli! Ebbene si, è di domenica questo invito alla malinconia dell'ex premier, che ieri sera ha affermato invece: "l'intervento era necessario, vedremo se potremmo apportare modifiche in sede di Commissione. Sul sostegno reale a questa manovra e a questo governo non ci sono dubbi". Ma non solo in quota centro destra si respira aria di vittoria. Pure in quota Pd c'è chi tira un respiro di sollievo. Il segretario del Pd Bersani (sulle ali di un nuovo trend proprio dei segretari di partito, evidentemente!) si ritiene soddisfatto perché afferma: "vedo con piacere che Monti ha accolto la nostra proposta di far pagare qualcosa ai capitali scudati. Certo, l'1,5% non è tantissimo, ma passato questo principio forse si potrà allargare questo bacino" ( in realtà, indiscrezioni parlano di un'aliquota d'imposta sui capitali rientrati con lo scudo che in origine il Pd aveva proposto al 5%, percui Monti se n'è bellamente infischiato). Ma la drammaticità della situazione sta proprio in questo: possibile che tutto ciò che il governo monti, fin ora, è riuscito a fare, sia solo una manovra del tutto superficiale che colpisce i soliti noti, con qualche piccola eccezione? Insomma, diciamocelo chiaro. I punti focali della manovra sono semplici. Aumento dell'Iva al 23% da settembre 2012; aumento dell'età pensionabile per vecchiaia a 66 anni per gli uomini e 62 per le donne; pensioni di anzianità con 42 anni di contributi per gli uomini e 41 anni per le donne; estensione del sistema previdenziale contributivo a tutti; qualche intervento sulla defiscalizzazione del mondo delle imprese con un abbassamento dell'Irap (con la speranza di riavviare la crescita); aumento delle imposte Ici su seconde e terze case; tracciabilità sopra i (troppi) mille euro (giustificata dal vice ministro dell'economia in maniera alquanto roccambolesca, ossia sostenendo una poca "informatizzazione" della popolazione italiana, che porterebbe a delle difficoltà nel gestire i pagamenti on-line!) e qualche intervento sui costi della politica, tra cui la (lodevolissima) rinuncia allo stipendio da ministro e capo del governo del Premier. Bene, domattina svegliamoci tutti più sereni, il peggio dovrebbe essere passato. Invece le cose non stanno così. Per quanto ne dica il segretario Alfano che "non sono stati colpiti i soliti noti" e per quanto (tristemente!) Bersani si feliciti dell'1,5% di imposta sui capitali scudati, ancora una volta NULLA è stato fatto contro quel sistema di evasione e elusione fiscale presente in Italia che deruba i cittadini in maniera strepitosa ogni anno. Nella conferenza stampa di ieri, Monti ha affermato che non si è ancora parlato di accordi con la Svizzera per eventuali concordati fiscali, e in merito alla lotta all'evasione fiscale non ha dato risposte, se non sostenere che stanno lavorando per creare un sistema attraverso il quale non sarà addirittura più possibile evadere il fisco (peggio di Orwell!!). In pratica, vuol dire, ancora nulla all'orizzonte. Di certo non è possibile dar torto a quegli imprenditori o liberi professionisti che, sentendosi pressato da imposte sul reddito da capogiro, fanno un po' di nero per tirare a campare, ma il problema sorge nel momento in cui, a causa di ciò, tutto il carico fiscale ricade poi sui lavoratori dipendenti, che invece (disgrazia loro!) il nero non lo possono proprio fare. Quale soluzione?? Il governo ha fatto quello che, sic stantibus rebus, poteva essere fatto da chiunque (Berlusconi ha sostenuto fieramente: "una manovra cosi l'avremmo potuta fare pure noi, se solo ce ne fossero state le condizioni". Eppure...!). Ma Monti e il suo governo adesso devono fare il passo decisivo: raddrizzare il sistema perverso che fa uscire sottobanco la ricchezza dall'Italia, riportarla in primis nel nostro mercato interno, tassarla con tutti gli arretrati del caso e con il gettito che ne deriva contribuire (in concerto con gli altri tagli e le altre tasse) a fare cassa per adempiere i debiti che i nostri errori hanno accresciuto negli anni. Solo allora si potrà davvero pensare di parlare di riforma strutturale del sistema, qualunque esso sia (fiscale, sanitario, previdenziale ecc..), perché solo allora, con le carte tutte in tavola, si potranno diminuire quelle imposte sul reddito ormai sproporzionate e dare di nuovo fiato all'economia. Ma se non si parte dalla consapevolezza che tutti quanti devono contribuire a questo onere la strada sarà difficile.

Intanto provengono dure critiche dalle parti sociali, che attaccano il governo accusandolo di "fare cassa sui poveri", e parlando di questa manovra come "deleteria e insopportabile", anche se non è chiara tutt'ora la linea (o se ce ne sia una) che vorranno adottare Cgil Cisl e Uil. Bersani, pur nella gioia provocatagli dalla tassazione dei capitali scudati, afferma che è una manovra molto dura e che non risponde del tutto ai criteri di equità del Pd. E dall'ex ministro Romani arrivano frecciatine a Monti stesso, per il quale afferma essere "finita la luna di miele con gli italiani".

Di certo l'Europa sarà contenta di noi, ma noi siamo contenti di noi stessi? Dove stiamo andando? A cosa ci porterà questa manovra? Le conseguenze le vedremo probabilmente tra mesi, di certo la manovra non contiene solo provvedimenti operativi "hic et nunc", ma anche qualcosa a lungo termine.

Ma la domanda da fare è: cosa possiamo aspettarci di più da un Governo che per taratura professionale e personale è espressione proprio di quella parte di Italia, d'Europa e del Mondo che non ha alcuna intenzione di cambiare il sistema che ci ha portato a questa crisi economica spaventosa? Probabilmente non ci dobbiamo aspettare nulla di più.