sabato 19 novembre 2011

"Servizio Pubblico" e la mancata risposta sull'impegno antimafia del vecchio esecutivo


di Angelo Garavaglia Fragetta

www.19luglio1992.com

Da un po' di tempo a questa parte, da quando è, ancora più marcatamente, diventata strumento di disinformazione di massa, non guardo più la televisione e cerco le informazioni su Internet. Attraverso Internet è possibile se non altro, scegliere, di volta in volta, chi o cosa leggere. Il mezzo televisivo, oltre a imporci dei modelli, continua anche nelle migliori intenzioni a darci una visione distorta e comunque parziale della realtà.

La cancellazione di Annozero e la sua rinascita su internet e su canali televisivi alternativi ha suscitato in me curiosità. L'esperimento della televisione su internet aveva fatto nascere in me la speranza che il modello televisivo si potesse finalmente adattare al modello Internet. L'interattività del web gioca un ruolo fondamentale (oltre ovviamente al contenuto). Se su internet scrivi una falsità, vieni smentito, subito, nello stesso luogo dove la menzogna o la semplice inesattezza è stata scritta. E può farlo chiunque, avendo a disposizione uno spazio preciso all'interno della stessa pagina dove la menzogna/inesattezza è stata diffusa. La maggior parte dei giornali online, ormai, è infatti strutturata in modo da ricevere commenti praticamente in diretta su ogni articolo scritto, appena sotto lo stesso.

Mi ero illuso che questo meccanismo venisse recepito e utilizzato nella trasmissione di Santoro (e di altri 100mila). Così, ahinoi, non è stato.
A cominciare dalle piccole finestre date a chi, proveniente dalla vita reale, è invitato in pochi secondi a raccontare la sua esperienza. Il patto è: se parli bene, se fai audience, Santoro ti lascia la parola e forse te la ridà anche. Ma se sei noioso, puoi dire anche la cosa più importante del mondo ma al conduttore, legato ai vecchi schemi, poco importa (a meno che il contenuto non sposi pienamente una delle tesi che il programma vuole sostenere).

Qui bisogna ammettere che, rispetto a chi nelle proprie trasmissioni fa parlare sempre e solo i soliti professionisti della parola televisiva, un passo è stato fatto, peccato che con il passaggio al web non si sia fatto di più. Un sognatore come me se lo aspettava.
Ma la cosa che mi ha, di nuovo, fatto pensare che alla fine "è sempre la solita televisione disinformativa" è successa quando il sindaco Tosi ci ha proposto per l'ennesima volta la solita litania propagandistica: "sotto questo governo si sono ottenuti più risultati di tutti i governi precedenti nel contrasto alla mafia".
E in sala nessuno dei presenti (pochi per la verità con diritto di replica immediata) ha obiettato nulla.
Nessuno che abbia ricordato come questo governo si è contraddistinto per aver messo invece i bastoni tra le ruote a quei magistrati e a quelle forze dell'ordine a cui vanno i veri meriti dei risultati ottenuti nel contrasto alla mafia.
Giova ricordare i frequenti attacchi mediatici ed istituzionali da parte dell'ex premier e dai media da lui controllati a quegli stessi magistrati che hanno inflitto pesanti sconfitte a Cosa Nostra e alle mafie in generale. Risultati per altro ottenuti nonostante i tagli alle spese che costringono le forze dell'ordine a pagarsi la benzina o a fare straordinari non pagati (gli ultimi grazie alla legge di stabilità) e nonostante l'approvazione di leggi come lo scudo fiscale, che ha permesso il rimpatrio di capitali mafiosi o nonostante lo spauracchio di una nuova legge sulle intercettazioni che avrebbe favorito i criminali (mafiosi e non). Superfluo parlare dell'inquietante presenza di personaggi come Dell'Utri che siede in senato a dispetto della sua condanna a sette anni e mezzo per concorso esterno in associazione mafiosa.

E ad un Tosi che rivendicava i meriti del governo non c'è stato un Santoro, un Di Pietro o un Travaglio che abbia saputo dire il contrario. Così, ancora una volta, è passata la solita nota disinformativa di stampo tipicamente televisivo.