lunedì 14 novembre 2011

L'esecutivo Monti prende forma, la Borsa prende botte


di Marco Formichelli
Finalmente liberatosi dalla figura di Berlusconi, il debito italiano torna a fare meno paura ma l'effetto-Monti non sembra aver sconquassato tutto come ci si aspettava. Ci si attendeva un +3% subito, un immediato rialzo netto e significativo del nostro listino che segnasse la bordata decisiva per il cavaliere, ma la borsa procede a rilento. Intorno alle 11 di questa mattina Piazza Affari si assesta a un pacato +0,3%, verso le 13 passa a un leggera flessione, con lo spread tra i nostri BTP decennali e i Bund tedeschi risale a circa 480 punti. I mercati parlano chiaro: non basta il cambio della guardia, urgono interventi e riforme immediati.
Intanto l'Italia incassa un duro colpo dall'asta dei 3 miliardi di BTP a cinque anni, vedendo passare il tasso d'interesse dal 5,32% al 6,27%! Un brutto colpo, questo è certo, ma se l'asta si fosse svolta una settimana fa ora staremmo parlando di un tracollo di una vera e propria apocalisse.

Intanto il governo prende forma tentando di dribblare i paletti imposti dal nostro ex presidente del consiglio. E' stato espresso ormai in ogni modo possibile che il nuovo governo non andrà ad intaccare le telecomunicazioni né i processi (lunghi e brevi al tempo stesso), né vedremo tra i nuovi ministri figure di spicco dei partiti principali della nostra nazione. Diciamolo chiaramente, nessuno di noi aveva, nemmeno nel profondo del suo cuore, la speranza che, dopo 17 anni di leggi e leggine-truffa, ora si passasse alla cancellazione dei privilegi ad aziendam e ad personam, ma nessuno aveva neanche il coraggio di augurarsi un esecutivo apolitico, formato solo ed esclusivamente da tecnici e professoroni che dovrebbero sapere il fatto loro. Vi immaginate un governo di larghissime intese formato da politici di tutte le forze politiche? Magari ci sarebbe toccato un D'Alema alla Giustizia, un Di Pietro all'Istruzione, la conferma di La Russa, Romano, Frattini...e invece ci sorbiremo soltanto il ritorno di Giuliano Amato, simbolo dell'Italia che procede spedita verso il futuro (2 volte presidente del consiglio, 6 volte ministro, classe 1938...finalmente un volto nuovo!).

Il resto della squadra di governo dovrebbe includere figure dall'altissimo profilo nazionale ed internazionale, con Tabellini, rettore della Bocconi, al Tesoro e il generale Mosca Moschini, Consigliere Militare della presidenza della Repubblica, alla Difesa, tanto per citare due candidature tra le più illustri. Ne sapremo di più tra oggi e domani e vedremo, sopratutto, quanto influirà l'avversione del Cavaliere verso alcuni nomi: non è un mistero, ad esempio, che la proposta di De Siervo, ex presidente della Corte Costituzionale (quell'organo che, mesi orsono, aveva bocciato il lodo Alfano mandando su tutte le furie colui che tanto ne aveva bisogno) abbia fatto inviperire Berlusconi.

Il neo presidente del consiglio dovrebbe, quindi, ricevere la fiducia alle camere mercoledi, intanto procedono gli incontri con tutte le forze politiche, mentre domani ci sarà l'incontro con le parti sociali. Il programma di governo dovrebbe essere ormai chiaro: l'obiettivo è il rilancio dell'economia nei tempi più rapidi possibili e per farlo si punterà sull'intervento su pensioni, debito pubblico, liberalizzazioni (forse) e, infine, su una tassazione basata sulle differenze di reddito, riportando alla luce una discreta ridistribuzione della ricchezza, miraggio da secoli. Buoni propositi sembrano esserci, se si tramuteranno in solida realtà è da vedere! Intanto Monti afferma che la patrimoniale non è l'unico mezzo possibile per bilanciare tassazione e distribuzione della ricchezza, segno che non vedremo mai applicata la suddetta tassa, quindi il quadro è nebuloso tanto quanto il modo che il professore utilizzerà per mettere insieme le forze più disparate del parlamento.

Basterà l'emergenza nazionale a far ingurgitare manovre socialmente inique alla sinistra, Di Pietro in primis? E come reagirà il Pdl a un "accanimento" verso chi possiede quasi ogni ricchezza del nostro paese (il 10% del paese detiene quasi il 50% della ricchezza totale della nostra nazione, ricordiamolo)? Accetteranno gli avvocati che affollano il nostro parlamento (una sessantina solo alla Camera) una liberalizzazione del loro ordine professionale? Basterà il bisogno assoluto di coesione e responsabilità nazionale, continuamente invocato dal nostro Presidente della Repubblica, a far anteporre gli interessi della nazione a partiti spesso ciechi di fronte ai problemi reali del paese come la Lega e il Pdl? Gli italiani attendono, i mercati non resteranno a guardare a lungo...