domenica 25 settembre 2011

Sono ancora qua (e c resto)


di Giulia Porzionato

Non è una novità che Berlusconi sia in guerra contro tutto e tutti, magistrati pseudocomunisti in primis, e che piuttosto che lasciare l’incarico si farebbe amputare una mano. Le parole del Premier di oggi non saranno nuove a chi abbia visto almeno un tg negli ultimi vent’anni:

"Ogni giorno i comunisti chiedono al governo di fare un passo indietro. Stiano tranquilli: noi non ci dimetteremo se non con un voto di sfiducia del Parlamento. Cosa che noi ci sentiamo di escludere"

Se si considera che queste parole sono state pronunciate a un convegno del PDL a Cuneo, potevamo aspettarcelo. Se, da una parte, l’affermazione può suscitare sospiri di rassegnazione e magari qualche risatina, non suscita la stessa reazione a molti membri dell’opposizione.

La lungimiranza del nostro potrebbe lasciare perplessi. Cito testualmente:

-Sono assolutamente convinto che alla prossima scadenza elettorale il Pdl si presenterà con le carte in regola per avere di nuovo il mandato dai cittadini a governare il Paese.-

Insomma, non fermerà la “discesa in campo” nemmeno a 77 anni. E, se per –malaugurato- caso ci riuscisse, rimarrebbe presidente fino a 82.

Alla faccia del ricambio generazionale.

Ma non è il reparto geriatria il fulcro di questo articolo.

Cito qualche altro intervento. Parlando della Finanziaria:

-Quando noi abbiamo avuto la certezza che si stava preparando un attacco della speculazione mi sono rivolto a Trichet chiedendo il loro intervento; la risposta è stata non difendiamo solo voi ma l'Euro e voi dovete fare sacrifici per anticipare di

un anno il pareggio bilancio […] abbiamo fatto la manovra in tre giorni e mezzo, una manovra da 54 miliardi come nessun governo aveva mai fatto prima. Abbiamo fatto un miracolo-.

Parole di elogio per il governo, che "lavora sodo". Continua: "In Cdm, la prossima settimana" saranno varate misure per la crescita "dalle dismissioni del patrimonio pubblico alle privatizzazioni e allo sblocco delle grandi opere". Per diretta conseguenza, "verranno lavoro e ricchezza e l'accelerazione della ripresa: dimostreremo che il Governo sta lavorando sodo per l'Italia, state sereni".

Non manca la perla sulle intercettazioni, ormai diventato un segno distintivo.

Ha nuovamente chiesto una legge che le regoli, per “"tornare ad essere un paese civile libero, oggi non lo siamo". Comprensibile il problema:

-Quando chiamate al telefono, sentite la morsa dello stato di polizia. I cittadini sentono che c'è uno Stato che non tutela più la nostra privacy.-

Della serie, “1984” è acqua fresca. Imperdibili le dichiarazioni dell’opposizione, ormai quasi scontate quanto le parole del Premier.

Bersani, col solito aplomb, non ha usato giri di parole:

-Le dichiarazioni zuccherose di Berlusconi sono a due passi dal delirio. I fatti ci mettono di fronte alla verità, dopo anni di menzogne. Davanti a noi c’è il passaggio più arduo dal dopoguerra a oggi. Di più, le preoccupazioni degli italiani sono diventate preoccupazioni per il mondo. Ci aspettano scelte difficili e sempre più difficili per ogni giorno che passa senza un cambiamento. Il Partito democratico, nel segno dell’equità e della crescita, è pronto a prendersi le sue responsabilità a sostegno di un governo di emergenza e di transizione. Chi, per puro egoismo, ostacola testardamente questa scelta; chi testardamente impedisce ogni cambiamento si prende a questo punto una responsabilità storica.-

Per l’occasione, anche Walter Veltroni si è lanciato (si fa per dire) contro Berlusconi:

-Berlusconi e il berlusconismo devono lasciare il passo a una fase nuova.-

Non molto, ma è già qualcosa.