lunedì 26 settembre 2011

Bavaglio al web, ritorna la norma "ammazza blog"


di Martina Strazzeri

Nonostante i suoi aspetti negativi, Internet rappresenta sicuramente un' invenzione che ha rivoluzionato in positivo per sempre il corso della storia. Tuttavia, alcuni dei nostri politici non la pensano in questo modo. L'avvocato Carlo Blengino del centro Nexa per Internet e Società ha scritto sul Post: «Per quanto ci si possa ingegnare, non si può pensare di tutelare sul web i diritti come conferiti dall’attuale legge sul diritto d’autore». E ancora: «Controllare internet, ammesso che si possa farlo, è un’ambizione di molti, primi fra tutti i politici ed i governi». La proposta di legge C. 4549 a firma dell’On. Centemero , «Modifica degli articoli 16 e 17 del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70, in materia di responsabilità e di obblighi dei prestatori di servizi della società dell’informazione e per il contrasto delle violazioni dei diritti di proprietà industriale operate mediante la rete» –assegnata alla X Commissione Attività Produttive il 12 settembre e il prossimo «regolamento» Agcom a tutela del diritto d’autore, spostano la responsabilità dagli utenti agli Internet provider. Tuttavia, ha aggiunto Blengino, «il tentativo di criminalizzare un'intera generazione di nativi digitali è fallito».

Così, vista l'impossibilità per i legislatori e para-legislatori di colpire i fruitori, nell'occhio del mirino finiscono gli internet service provider. In tal maniera, gli intermediari della comunicazione divengono responsabili dei contenuti che veicolano. Il punto 13 della risoluzione del Parlamento europeo sulla governance di internet recita così «il Parlamento invita i governi ad evitare di imporre restrizioni all’accesso internet mediante censura, blocchi, filtri o con altri mezzi e ad astenersi dal chiedere ad enti privati di farlo; insiste sulla necessità di salvaguardare un internet aperto, in cui gli utenti abbiano la facoltà di accedere all’informazione e diffonderla o di eseguire le applicazioni e i servizi di loro scelta, come stabilito nel quadro regolamentare riformato delle comunicazioni elettroniche».