La Regione Campania sceglie Imola come sito dove trasferire una parte dei rifiuti dell’emergenza. Dopo le 5.000 tonnellate smaltite nell’impianto imolese di Akron (società del gruppo Hera) a inizio anno, infatti, la Regione guidata da Stefano Caldoro avrebbe recentemente inviato richiesta di nullaosta all’Emilia Romagna indicando Imola come sito dove smaltire altri quantitativi.
Una strana affinità elettiva. “E’ evidente che c’è qualcuno che ci ama in modo particolare. Questa richiesta dimostra che tra quei territori e il nostro dev’esserci un’amicizia più profonda di quanto non immaginiamo”. Lo ammette il consigliere Pdl al Comune di Imola, Alessandro Fiumi, che rileva come la richiesta suoni in maniera sinistra: “E’ come se io fossi stato invitato a cena e scegliessi prima cosa mangiare. Davvero non me lo spiego”.
L’indicazione ha fatto sobbalzare anche il deputato democratico ed ex sindaco di Imola, Massimo Marchignoli, che oggi stesso ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo per avere spiegazioni su quest’iniziativa “sbagliata nel metodo e nel merito”.
A rivelare l’indicazione della Regione Campania è il sito www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it. Dopo “il vertice che si è riunito in Regione con il governatore Stefano Caldoro, il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, e il commissario straordinario per la realizzazione delle discariche, Annunziato Vardè – riferisce il sito - si aspettano le risposte dalle altre Regioni, alle quali la Campania ha inviato nove richieste per ottenere da altrettante Regioni il nullaosta a trasferire i rifiuti, individuando anche le città di destinazione: in Emilia a Imola, Comacchio e nei termovalorizzatori delle varie province”.
Ma torniamo all’”amicizia profonda” a cui allude il consigliere Pdl. Agli imolesi dalla memoria lunga tornerà in mente Sparanise (Caserta), località dove nel 2001 l’allora municipalizzata imolese Ami si mise in affari con la famiglia Cosentino per la realizzazione di una centrale elettrica. Le vicenda è nota: la società anonima Scr, i cui proprietari sono schermati da una fiduciaria, acquistò i terreni della futura centrale (ma le autorizzazioni per il progetto arrivarono solo dopo), poi una parte dei terreni fu venduta al prezzo di costo alla immobiliare 6C degli stessi Cosentino, e la parte restante ad Ami.
A gestire la vendita dell’energia prodotta dalla centrale oggi è Hera Comm Mediterranea, società partecipata per il 49,99% da Scr e per il 51,01% da Hera Comm, controllata al 100% da Hera. Nel cda di Hera Comm Mediterranea, come rappresentate di Scr, siede Giovanni Cosentino, fratello del più noto Nicola, l’ex sottosegretario accusato di avere rapporti con la camorra. Una presenza che nel 2009 imbarazzò l’allora sindaco di Bologna, Flavio Delbono, costretto a convocare d’urgenza Hera per avere spiegazioni a tutela della buona immagine della multiutility e che riemerge dall’ombra ogni qualvolta si torna a parlare di affari e camorra.
Una strana affinità elettiva. “E’ evidente che c’è qualcuno che ci ama in modo particolare. Questa richiesta dimostra che tra quei territori e il nostro dev’esserci un’amicizia più profonda di quanto non immaginiamo”. Lo ammette il consigliere Pdl al Comune di Imola, Alessandro Fiumi, che rileva come la richiesta suoni in maniera sinistra: “E’ come se io fossi stato invitato a cena e scegliessi prima cosa mangiare. Davvero non me lo spiego”.
L’indicazione ha fatto sobbalzare anche il deputato democratico ed ex sindaco di Imola, Massimo Marchignoli, che oggi stesso ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo per avere spiegazioni su quest’iniziativa “sbagliata nel metodo e nel merito”.
A rivelare l’indicazione della Regione Campania è il sito www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it. Dopo “il vertice che si è riunito in Regione con il governatore Stefano Caldoro, il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, e il commissario straordinario per la realizzazione delle discariche, Annunziato Vardè – riferisce il sito - si aspettano le risposte dalle altre Regioni, alle quali la Campania ha inviato nove richieste per ottenere da altrettante Regioni il nullaosta a trasferire i rifiuti, individuando anche le città di destinazione: in Emilia a Imola, Comacchio e nei termovalorizzatori delle varie province”.
Ma torniamo all’”amicizia profonda” a cui allude il consigliere Pdl. Agli imolesi dalla memoria lunga tornerà in mente Sparanise (Caserta), località dove nel 2001 l’allora municipalizzata imolese Ami si mise in affari con la famiglia Cosentino per la realizzazione di una centrale elettrica. Le vicenda è nota: la società anonima Scr, i cui proprietari sono schermati da una fiduciaria, acquistò i terreni della futura centrale (ma le autorizzazioni per il progetto arrivarono solo dopo), poi una parte dei terreni fu venduta al prezzo di costo alla immobiliare 6C degli stessi Cosentino, e la parte restante ad Ami.
A gestire la vendita dell’energia prodotta dalla centrale oggi è Hera Comm Mediterranea, società partecipata per il 49,99% da Scr e per il 51,01% da Hera Comm, controllata al 100% da Hera. Nel cda di Hera Comm Mediterranea, come rappresentate di Scr, siede Giovanni Cosentino, fratello del più noto Nicola, l’ex sottosegretario accusato di avere rapporti con la camorra. Una presenza che nel 2009 imbarazzò l’allora sindaco di Bologna, Flavio Delbono, costretto a convocare d’urgenza Hera per avere spiegazioni a tutela della buona immagine della multiutility e che riemerge dall’ombra ogni qualvolta si torna a parlare di affari e camorra.
Mentre si attende il placet definitivo di Vasco Errani per l’accoglimento dei rifiuti napoletani, si può già supporre quanto incasserà Hera dall’operazione. Per la lavorazione delle 5.000 tonnellate di umido trasportate nella discarica “Tre Monti” di Imola (che nella scorsa emergenza si è accollata l’intero carico destinato all’Emilia Romagna) a gennaio 2011, la Regione Campania ha sborsato circa 575 mila euro (115 euro per tonnellata) di cui 365 mila pagate ad Hera, e la restante parte al Comune di Imola e ad Arpa.
di Elena Boromeo