Un ago in un pagliaio, ma pur sempre un ago in grado di pungere e dar fastidio. Soprattutto al resto del desolantepalcoscenico politico italiano, smanioso di frugare nelle nostre tasche ogni qualvolta ne fiuta la possibilità. La rassegnazione italiana nei confronti della classa dirigente, spesso culminante nella deprimente frase di turno “tanto rubano tutti”, forse può essere minimamente e piacevolmente scalfita.
E non poteva che essere un movimento fresco e indipendente a fornire una piccola, ma rilevante scossa. Ieri il Movimento 5 Stelle di Torino ha inaugurato il primo R-Day, ovvero Restitution Day. I due consiglieri regionali grillini, Davide Bono e Fabrizio Biolé, hanno deciso di restituire alla cittadinanza parte del proprio stipendio. Tale somma, che si stima intorno ai 10 mila euro, sarà destinata al finanziamento di progetti di interesse sociale, ambientale e informativo selezionati, secondo la votazione “dell’alzata di mano”, dai cittadini che hanno partecipato ieri all’incontro (2 mila euro per ciascun progetto).
Davide Bono ha così spiegato l’iniziativa: “Abbiamo deciso di restituire ai cittadini la parte del nostro stipendio che noi riteniamo eccessiva. Un consigliere regionale percepisce dagli 8 mila ai 10 mila euro netti al mese: una cifra davvero pazzesca se rapportata agli stipendi medi italiani che girano sui 1200 euro mensili. Perciò abbiamo deciso di tenere per noi il doppio dello stipendio medio italiano, quindi 2500 euro. Tutto il resto, mio e del collega (Fabrizio Biolè, ndr) saranno destinati a questi progetti. Tutti i rimborsi elettorali sono uno scandalo- conclude il consigliere grillino- soprattutto perchè nel ’94 i cittadini si sono espressi con il referendum abrogativo in favore dell’eliminazione del finanziamento pubblico”.
L’altro consigliere piemontese del M5S, Fabrizio Biolè, afferma: “Non è un finanziamento al partito come succede per gli altri partiti e per gli altri gruppi, ma è semplicemente restituire dei soldi pubblici che non ci competono. Lo stipendio di 2500 euro è più che buono. Tutti i consiglieri regionali dovrebbero percepire una retribuzione non superiore. Con questa nostra iniziativa, i soldi ritornano ai cittadini per progetti proposti e votati da loro. Il referendum del ’94? I partiti hanno votato una legge in parlamento per riprendere questi fondi pubblici chiamandoli impropriamente rimborsi. Il rimborso in realtà è la diffusione di una cifra che uno ha realmente speso, mentre per questa legge tale rimborso corrisponde ad una cifra di 2 euro per ogni elettore”.
Qualcuno la chiamerà propaganda politica, qualcun altro fumo negli occhi o azione ipocrita. Qualcuno, invece, sosterrà che una cifra di 2 mila euro non sia sufficiente al finanziamento di progetti seri ed efficaci. Le critiche senz’altro non mancheranno. E’ il gioco delle parti. Ma ancor di più il gioco della rispettiva “fede politica” (meglio non disturbare il termine ideologia; oggi i partiti possono essere equiparati alla stregua di squadre di calcio).
Fatto sta che il Movimento 5 Stelle si fa promotore di un piccolo, ma importante segnale. Sperando che un giorno un gesto di “sana politica” non faccia notizia. Sperando che un giorno tutto questo non sia l’eccezione, ma la regola.