venerdì 27 gennaio 2012

La giornata della memoria- un film per ricordare


di Lucia Pugliese

Sono molti i film che raccontano la Shoà: una miriade di storie vere o immaginate, spesso piccoli capolavori, tese a mantenere la memoria dell’orrore. Perché occorre ricordare la malignità dell’uomo, come ci ammonisce Primo Levi dalla pagine di “Se questo è un uomo”.


Quest’anno si può fare qualcosa di più però. Si può cercare di riflettere sul presente. Perché il rischio è quello di consegnare l’olocausto ai musei troppo presto, senza analizzarne le radici profonde. Radici che non appartengono ad un determinato periodo storico, ma che affondano nel cuore nell’animo umano. Il problema non è tanto il fascismo riconoscibile, ma quello subdolo, annidato nei modi nostra società.

Non si tratta di piangere semplicemente milioni di persone tra ebrei, zingari, omosessuali, testimoni di geova, antifascisti, sacerdoti. Si tratta di riconoscere l’indifferenza che è complice e la cecità voluta dentro di noi:” vedere” significa assumersi le proprie responsabilità. Anche oggi milioni di persone muoiono per la malvagità umana e le vecchie ideologie sono ancora vive. Dunque va bene rivedere “Schindler’s List”(Spielberg,1993), il Pianista”(Polanski, 2002), “Il bambino con il pigiama a righe”(Herman, 2008).

Meglio sarebbe vedere “La chiave di Sara”(Brenner, 2010, in questi giorni nei cinema italiani,che mischia passato e presente, rendendo ovvio che ciò che è stato influenza ciò che è, e che ci sono vittime la cui sorte non è stata ancora riscattata.

Ma ancora meglio sarebbe vedere( o rivedere) “L’Onda”(2008). Qui non ci sono ebrei deportati, non è il passato che entra in gioco, ma il presente. Ci viene spiegato come è stato possibile e come è possibile tutt’ora. L’Onda è un film sul concetto di obbedienza e responsabilità, su come un’idea si trasforma in credo assoluto e degenera:su come, in effetti, lasciarci trascinare dalla corrente è più facile che agire da soli. Perché ciò che è stato può essere ancora.