lunedì 30 gennaio 2012

In Veneto scoppia la "guerra del manganello"


Cavilli e incongruenze della legge, spesso, creano l'impasse. E stavolta sono i vigili veneti a essere coinvolti. Non sanno se possono utilizzare oppure no il manganello o "mazzetta di segnalazione". Perché la circolare del ministero dell'Interno e le delibere regionali sono in contrasto: i prefetti lo vietano, la Regionelo autorizza.

SCOPPIA LA GUERRA - A sollevare la questione, come riporta i Corriere del Veneto, è stato il comandande di Vicenza Cristiano Rosini, che un mese fa ha scritto al prefetto una lettera per chiedere se la "mazzetta di viabilità" rientri "nel novero delle armi e pertanto obblighi lo scrivente a disporne il ritiro, avendola assegnata a tutto il personale". La risposta rinvia alla circolare Maroni.

LA CIRCOLARE DEL MINISTERO E' CONTRARIA - La "circolare Maroni" del 29 marzo scorso esprime "parere contrario in ordine all'utilizzo da parte della polizia municipale di manganello o sfollagente trattandosi di armi il cui porto è espressamente vietato dalla legge salvo particolari deroghe a favore di determinate categorie fra le quali non figura la polizia municipale. Analoghe considerazioni debbono svolgersi in relazione alla cosiddetta mazzetta di segnalazione o bastone distanziatore, che va ritenuta arma propria. Identiche considerazioni valgono per i prodotti antiaggressione in grado di erogare sostanze irritanti, che rientrano nel generale concetto di arma propria". Insomma, a decidere che cosa sia arma oppure no, è il Ministero. Poi il Comune ha discrezionalità nel disporre o meno tale armamento per i vigili. "Alle Regioni - invece - è demandata la disciplina delle caratteristiche dei mezzi e degli strumenti operativi in dotazione al corpo, fatto salvo l'armamento", appunto.

LA REGIONE E' FAVOREVOLE - Le delibere regionali del 6 agosto 2004 e dell'11 aprile 2006 in Veneto disciplinano invece l'uso di mazzetta e spray parlando di "materiale in dotazione al personale".

DECISIONI CONTRASTANTI - Nella confusione di direttive i Comandi della polizia locale del Veneto, ad eccezione di Vicenza e Venezia (che hanno inviato ai rispettivi Comandi della polizia locale una comunicazione che rimanda all'osservanza della "circolare Maroni"), hanno manganello e spray, anche se spesso non li usano. E continueranno ad averli, dicono, finché non interverranno i prefetti.

IL SINDACATO LOCALE PROTESTA - Ma è caos. Protesta Franco Fadini, segretario regionale del Sulpm, il sindacato unitario lavoratori polizia locale e municipale. Come spiega al Corriere del Veneto, "o ci fanno fare solo viabilità e traffico oppure, se si pretende di continuare a impiegarci anche come polizia giudiziaria, che arresta i criminali, sequestra droga e si occupa pure di ordine pubblico, devono consentirci di difenderci". Ulteriore paradosso, tutti gli agenti hanno in dotazione la pistola. "Ci sentiamo abbandonati, pure noi moriamo in servizio come i poliziotti e i carabinieri ma nessuno ci tutela. Lo Stato deve consentirci di utilizzare strumenti di lavoro indispensabili, anche alla nostra incolumità".


AFFARITALIANI