sabato 3 dicembre 2011

Ristorante Senato prezzi triplicati. Calo affluenza di oltre 50%


di Paola Totaro

Aria di ridimensionamento in Senato. Ed è significativo che si cominci proprio dal cibo. La frase che tipicamente si associa ai politici ed al loro operato in fatti è proprio “è tutto un magna magna”. Ora in effetti i suddetti dovranno cominciare a “magnare” meno.


Descrive chiaramente la situazione la Gemeaz Cusin, la società che gestisce il ristorante di Palazzo Madama, dal 12 febbraio 2010, giorno in cui era stato sottoscritto il contratto di fornitura.

Ora, la ditta che ha vinto l’appalto, ha incaricato i propri legali di preparare una relazione che riassume la situazione di crisi, dovuta, si legge, agli aumenti sensibili dei prezzi. Chiedendo infine la rescissione del contratto d’appalto.

Prima i senatori pagavano “il 13% del prezzo effettivo, anche per i pasti di tipo superiore o pregiato, il cui costo ricadeva, quasi per intero sull’Amministrazione”. Fino a tre mesi fa, infatti, al Senato il filetto d’orata in crosta di patate era offerto a soli 5,23 euro e per il carpaccio di filetto con salsa al limone ne bastavano 2,76. Ora invece i prezzi si sono, di fatto, triplicati.

I senatori, che prima sceglievano quasi esclusivamente piatti “della tipologia superiore e pregiata” hanno deciso che forse è meglio, “accontentarsi” e sfamarsi nelle pause dei lavori dell’Aula, alla buvette con un semplice riso all’inglese, molto più economico. Oppure, preferire una delle tante trattorie della zona. Molto gettonato il “Fortunato al Pantheon” dove tutti i giorni c’è la fila. Con 45 euro si possono assaporare tutti i piatti tipici di Roma, con un menù completo.

Sono clienti del ristorante anche Anna Finocchiaro, Maurizio Gasparri, Francesco Rutelli e Renato Schifani.
Davanti ad un buon piatto di bucatini, anche le rivalità politiche passano in secondo piano.

A causa di questo brusco calo dei clienti (affluenza ridotta di oltre il 50%),la Gemeaz Cusin ha stimato «un calo del 70 per cento dei pasti prodotti». Risultato: forte perdita economica ed esuberi del personale.
E subito è scattata la richiesta di cassa integrazione per 20 dipendenti del ristorante.
Così, guarda caso, come al solito, la soluzione a questo problema, la pagheremo noi cittadini.