giovedì 15 dicembre 2011

Le bugie hanno le gambe corte, come berlusconi



di Roberto Carroll

E’ stato davvero esilarante sentire le dichiarazioni dell’ometto bionico mandate in onda dal TG5 ore 20 del 15 dicembre.

L’ex presidente del Consiglio viene mostrato durante la presentazione del nuovo imperdibile libro di Vespa e anzitutto, prima di entrare nel merito dell’articolo, consigliamo a quanti hanno comodini, tavole o mobili zoppicanti di dotarsene in quanto è un puntello di valore inestimabile il cui formato standard per vistosi dislivelli sa adattarsi sino alla misura desiderata, potendosi strappare di volta in volta le pagine in sur plus che potranno essere riciclate nella sala che più gli si addice: il bagno.

Ma dicevamo del nostro eroe disponibile a rispondere alle domande (?) dei giornalisti presenti e le cui risposte estrapolate dal Tg si sintetizzano in ordine con:

“Per governare questo Paese bisogna cominciare dall’architettura (leggi: riformare la Costituzione). Se ne sta accorgendo anche Monti che ha presentato una …ohh, oh …un certo provvedimento e ha dovuto fare marcia indietro praticamente su tutto.”

Ma chi saranno mai questi cecchini di Monti? Tanto per cambiare essendo logorroico ed egocentrico, lo svela lui stesso quando afferma:

“In questo momento se noi votassimo no al provvedimento presentato da Monti che siamo riusciti a cambiare in molti punti durante il lavoro nelle commissioni, creeremmo un danno al Paese molto superiore a quello dell’approvazione di questo decreto”. Eccolo qua il solito cialtrone che smentisce se stesso: provvedimento che siamo riusciti a cambiare in molti punti! Prima solidarizza col “povero Monti” perché non lo fanno governare e poi si scopre che è lo stesso solidale, cioè lui, il primo a mettere il bastone tra le ruote.

Naturalmente il servizio regala altre chicche come l’impossibilità di governare l’Italia sin dai tempi di Mussolini ed infatti il nostro imbonitore si è guardato bene dal voler raggiungere lo scranno della Presidenza del Consiglio. Sono gli italiani che contro la sua stessa volontà sono andati a prenderlo ad Arcore strappandolo dall’allegria del Bunga Bunga per trascinarlo e legarlo alla triste poltrona di Montecitorio.

Prosegue garantendo sull’alleanza della Lega così da evitare la sconfitta elettorale al Nord. Ma forse più credibilmente, l’alleanza è inscindibile per la Lega grazie a quella cessione del simbolo fatta da Umberto Bossi al puffetto di Arcore, come riportato nel libro Umberto Magno di Leonardo Facco.

Infine il servizio chiude con l’autorevole giudizio sulla crisi della sinistra dovuta al giustizialista Di Pietro (il suo incubo più serio), all’estremista Vendola (Bossi si sa non è estremista ma uno che fa folklore) ed i 5 leader del Pd (inconcepibile per uno che ha deciso la Monarchia neppure parlamentare per il suo pseudo Partito).

Di tutto il quadretto fornito dal TG5 (che senza volere montando quel servizio non gli ha fatto un favore) l’immagine che più accentra l’attenzione è quella del povero Bruno che vede il suo momento di notorietà offuscato da tanta debordata scempiaggine. Sta lì, come a dirsi: “Ma non dovremmo parlare del mio libro? Che caz…l’ho invitato a fare? Aveva proprio ragione Montanelli: berlusconi ai matrimoni vuole esser la sposa ed ai funerali il morto…”

Per una volta voglio solidarizzare con l’untuoso giornalista. Una prece, grazi

e.