lunedì 26 dicembre 2011

Il ministro dell’Istruzione, Profumo: “Tablet al posto dei libri”. Ah sì? E chi li paga?


di Davide Ferrante
per Il Qualunquista

Viva l’evoluzione tecnologica. Viva i prodigi dell’informatica che hanno reso e renderanno migliore la vita dell’umanità. Sarebbe un’ipocrisia sostenere che la qualità della vita fosse più accettabile negli anni ’80 o inizio ’90. L’assenza di cellulari e computer rappresentava un handicap considerevole al progresso della civiltà. Tralasciando gli eccessi dell’utilizzo di tali tecnologie che non sta a me confutare, l’uso congruo di determinati dispositivi rende il mondo un corpus unicum, annullandone tutte le distanze.

Il neoministro dell’Istruzione, Profumo, ha lanciato, o meglio rilanciato l’ipotesi di sostituire tutti i libri scolastici con un tablet per studente: “”I libri si spostino sui tablet. Si possono scaricare, non gratis, i contenuti che hanno un valore. Possono cosi’ divenire dei ‘book in progress’, sfruttare al massimo l’interattivita’. E alla fine si risparmia, pur considerando l’acquisto del tablet”. Così si risparmia? Ma chi pagherebbe il tablet e le necessarie applicazioni per scaricare i libri. Il ministro non lo esplica, ma si deduce che questi tablet siano a carico delle famiglie. Quanti possono permettersi di investire più di 600 euro in unica soluzione?
Ipotizziamo, invece, che lo Stato versi un contributo sostanziale per contribuire all’acquisto degli Ipad. Così fosse, sarebbe opportuno spendere un’imponente cifra per acquistare beni pleonastici?
La scuola pubblica italiana non gode di buona salute, perseguitata da gravi carenze strutturali. Non sarebbe meglio migliorare l’edilizia scolastica, costruire nuove scuole, aumentare gli stipendi agli insegnanti, fornire mezzi didattici e beni primari come gessi, lavagne, banchi e sedie?

L’era del tablet arriverà, ma prima dobbiamo portare al passo coi tempi delle istituzioni ancorate ai primi anni del ‘900. La scuola, quella pubblica ovviamente, dovrebbe essere il fiore all’occhiello di una società, ma è sempre stata bistrattata dai governi che si sono alternati negli ultimi 15 anni. Si dice che dopo aver toccato il fondo si può solo risalire. Abbiamo avuto la Gelmini, quindi qualsiasi successore sarebbe più competente dell’esperta astrofisica specializzata in flussi di neutrini.

Giungerà l’era dei tablet, ma prima partiamo dalle basi, altrimenti rischiamo che i nostri figli studieranno sugli Ipad ma non avranno dove poggiarli perché mancheranno i banchi e non potranno sedersi perché privi di sedie.