di Paola Totaro
Nell’articolo precendente ci siamo occupati dei danni che la crisi e la riscossione coatta dei crediti da parte dello Stato, ha prodotto. Aziende chiuse e purtroppo anche imprenditori che hanno perso la speranza e si sono suicidati, dopo essersi visti negare anche un finanziamento da parte delle banche.
Ora approfondiamo un po’ meglio il sistema di riscossione di Equitalia, la società preposta direttamente dall’Agenzia delle Entrate per il pagamento delle tasse ed il recupero dei crediti.
Equitalia è una società per azioni, a totale capitale pubblico (51% in mano all’Agenzia delle entrate e 49% all’Inps), incaricata dell’esercizio dell’attività di riscossione nazionale dei tributi e contributi. Il fine della società è, a loro dire, quello di contribuire a realizzare una maggiore equità fiscale, dando impulso all’efficacia della riscossione attraverso la riduzione dei costi a carico dello Stato e la semplificazione del rapporto con il contribuente.
In realtà la “semplificazione” del rapporto con il contribuente, si attua, di fatto, con una semplificazione del sistema del recupero coatto.
Se i finanzieri esultano, in questi giorni, perché, (forse) il decreto Salva Italia del governo, permetterà loro di accedere più facilmente ai dati del contribuente in odore di evasione, per Equitalia questo traguardo è stato raggiunto quasi subito. Infatti gli addetti alla riscossione, in base all’articolo 18 D.Lgs. n. 112 del 1999 - accesso gratuito degli agenti della riscossione agli uffici pubblici per prendere visione di tutti gli atti rilevanti ai fini della riscossione - possono ottenere tutte le informazioni necessarie senza l’obbligo di rendere l’informativa prevista dal codice in materia di protezione dei dati personali.
Non sono necessarie grandi cifre per far scattare il sistema di riscossione. Basta un debito che superi i 50 euro, per poter incorrere nel fermo di un’automobile. Ecco la tabella che meglio spiega le cifre ed i provvedimenti.
TABELLA
Dal 1° ottobre 2011, la misura degli interessi di mora per ritardato pagamento delle somme iscritte a ruolo che risulta pari al 5,0243% in ragione annuale.
Durante il governo Berlusconi inoltre, si sono inaspriti i tempi di recupero mediante vendita all’alta delle case, che possono essere pignorate e vendute dopo solo 2 mesi dall’ingiunzione.
Ovviamente chi finisce in questo vortice a causa di problemi economici, difficilmente riesce a venirne fuori senza danni importanti. E perdere una casa che vale 300 mila euro, per saldare un debito di 30 mila è un rischio concreto.
Nell’articolo precendente ci siamo occupati dei danni che la crisi e la riscossione coatta dei crediti da parte dello Stato, ha prodotto. Aziende chiuse e purtroppo anche imprenditori che hanno perso la speranza e si sono suicidati, dopo essersi visti negare anche un finanziamento da parte delle banche.
Ora approfondiamo un po’ meglio il sistema di riscossione di Equitalia, la società preposta direttamente dall’Agenzia delle Entrate per il pagamento delle tasse ed il recupero dei crediti.
Equitalia è una società per azioni, a totale capitale pubblico (51% in mano all’Agenzia delle entrate e 49% all’Inps), incaricata dell’esercizio dell’attività di riscossione nazionale dei tributi e contributi. Il fine della società è, a loro dire, quello di contribuire a realizzare una maggiore equità fiscale, dando impulso all’efficacia della riscossione attraverso la riduzione dei costi a carico dello Stato e la semplificazione del rapporto con il contribuente.
In realtà la “semplificazione” del rapporto con il contribuente, si attua, di fatto, con una semplificazione del sistema del recupero coatto.
Se i finanzieri esultano, in questi giorni, perché, (forse) il decreto Salva Italia del governo, permetterà loro di accedere più facilmente ai dati del contribuente in odore di evasione, per Equitalia questo traguardo è stato raggiunto quasi subito. Infatti gli addetti alla riscossione, in base all’articolo 18 D.Lgs. n. 112 del 1999 - accesso gratuito degli agenti della riscossione agli uffici pubblici per prendere visione di tutti gli atti rilevanti ai fini della riscossione - possono ottenere tutte le informazioni necessarie senza l’obbligo di rendere l’informativa prevista dal codice in materia di protezione dei dati personali.
Non sono necessarie grandi cifre per far scattare il sistema di riscossione. Basta un debito che superi i 50 euro, per poter incorrere nel fermo di un’automobile. Ecco la tabella che meglio spiega le cifre ed i provvedimenti.
TABELLA
Dal 1° ottobre 2011, la misura degli interessi di mora per ritardato pagamento delle somme iscritte a ruolo che risulta pari al 5,0243% in ragione annuale.
Durante il governo Berlusconi inoltre, si sono inaspriti i tempi di recupero mediante vendita all’alta delle case, che possono essere pignorate e vendute dopo solo 2 mesi dall’ingiunzione.
Ovviamente chi finisce in questo vortice a causa di problemi economici, difficilmente riesce a venirne fuori senza danni importanti. E perdere una casa che vale 300 mila euro, per saldare un debito di 30 mila è un rischio concreto.