martedì 1 novembre 2011

Dalla Pallacorda alla Leopolda: quando l’Ancien Régime ha le “orge contate”


di Federica Giannone

Si è appena conclusa la convention organizzata dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi alla Leopolda. Nella vecchia stazione dismessa, per tre giorni si sono alternati progetti e lagnanze sul nostro povero Paese alla deriva, cercando idee e soluzioni per tirare fuori l’Italia da quel pozzo senza fondo in cui sta inesorabilmente scivolando.

A dare manforte al primo cittadino fiorentino sono accorse personalità di spicco del mondo della politica, dello spettacolo, dell’editoria, tutti in coda per dare il proprio contributo, per dire quello che manca, quello che servirebbe, quello che si auspica per smantellare questa novella fiera della volgarità e dare un nuovo slancio ad un Paese che a quanto pare, non è a corto di idee, ma di catalizzatori.

E’ proprio questo il progetto del Big Bang di Renzi <[…]scrivere una pagina nuova che sappia ricostruire tutto ciò che è stato distrutto dal berlusconismo, raccogliere le nuove sfide per dare al nostro Paese un’occasione di rilancio. Costruire un percorso nuovo che sappia appassionare e coinvolgere».

Naturalmente le critiche non si sono fatte attendere, la maggioranza provenienti direttamente dallo stesso schieramento del sindaco fiorentino. Chi gli ha dato del “ragazzino arrampicatore”, chi del “vecchio fascista” (vedi Vendola). Bersani pare lo abbia ammonito per il revival di idee anni ’80, ma non credo che si riferisse a spalline e paillettes. Per la serie, con degli amici così, chi ha bisogno di nemici. E pensare che Renzi si stava ponendo il problema dell’eventuale successione targata Pd che si prospetterebbe dopo l’Era Berlusconi. Pare che il giovane sindaco tema una riedizione delle liti e delle divisioni del passato. Ma perché mai? Dalle recenti dichiarazioni giunge un quadro così rassicurante, tanto che il nuovo slogan del centrosinistra per le prossime elezioni potrebbe tranquillamente essere lo stesso degli Snorky: “siamo tutti amici e perciò felici…”.

I promotori della Leopolda edizione 2011 si auguravano che dopo questi tre giorni di convention si parlasse solo delle “questioni vere e degli italiani”, mettendo da parte polemiche ed alleanze. Mi pare che l’obiettivo sia stato centrato, no? Sui notiziari si sono susseguite dichiarazioni di esponenti dei vari partiti riguardanti Renzi, gli eretici del Pd e l’odor di candidature. Non c’è che dire, esattamente gli argomenti più rilevanti, i veri problemi dell’Italia.

Insomma, non si può dire che sia stato “il più grande spettacolo dopo il Big Bang”. I dinosauri sono sopravvissuti all’esplosione. Il Cavaliere e tutta la Tavola Rotonda hanno scambiato la convention per una gran trovata pubblicitaria per richiamare turisti a Firenze nel ponte di Ognissanti.

E mentre alle soglie del terzo millennio si muore ancora a causa di un acquazzone, i nostri politici non fanno altro che accapigliarsi sulle prossime candidature. Il popolo si lamenta di non avere il pane e c’è ancora chi risponde: .

Visto l’effetto che ha avuto il Big Bang, non ci resta che aspettare l’Assemblea della Pallacorda. Così magari per qualcuno il problema principale non sarà far restare il sedere attaccato alla poltrona, ma la testa sul collo.


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