domenica 30 ottobre 2011

Traffico di esseri umani. Anche Berlusconi nella lista per il caso Ruby


di Paola Totaro

Hillary Clinton dal 2009 – da quando è a capo del Dipartimento di Stato americano - si occupa di redigere il Trafficking in Persons Report. Uno studio riguardante i precedenti 12 mesi , sulla terribile piaga del traffico di esseri umani nel mondo. Il punto sulla legislazione di cui sempre più stati si stanno dotando prendendo spunto dalle indicazioni dell’Onu e delle varie carte dei diritti.


Una vera e propria piaga del nuovo millennio quella della tratta di esseri umani.

Interessante notare come, nella scheda relativa all’Italia di questo report, si faccia riferimento per ben due volte a Silvio Berlusconi e non come ci si dovrebbe aspettare da un Presidente del Consiglio, come persona impegnata alla lotta a questo terribile problema. No, esattamente per il motivo opposto.

Si legge nel Report, “nel periodo preso in esame, il primo ministro del paese è finito sotto inchiesta per prostituzione minorile”. Il riferimento è al “caso Ruby”. Infatti, si legge ancora nella scheda, “nel febbraio 2011 i giudici hanno stabilito la data di inizio del processo per il primo ministro Berlusconi accusato di sfruttamento sessuale di una ragazzina (child) marocchina. Le inchieste giornalistiche hanno indicato prove di una terza parte coinvolta nello sfruttamento: questo sta a significare che la ragazza era vittima di trafficking”.
Il Report è stato presentato già dal 27 giugno scorso, ma il particolare riferimento a Berlusconi era sfuggito.

In quell’occasione la Clinton aveva spiegato che “il Trafficking in Persons Report del 2011 comprende oltre 180 reportage che raccontano gli sforzi dei vari governi per combattere il traffico di persone. In linea con i valori del protocollo sul trafficking delle Nazioni Unite, che mira a garantire la prevenzione e il perseguimento, e anche la protezione per il massimo numero di vittime, gli Stati Uniti definiscono trafficking il lavoro forzato e il traffico di adulti e bambini per sfruttamento sessuale”.

In particolare il Report evidenzia come in Italia le indagini non vadano avanti, soprattutto quando ci siano di mezzo figure pubbliche.