Eh già perché i casi sono due: o i tagli sono una balla colossale, oppure questi parlamentari dimezzati ci costeranno il doppio. Scegliete voi cosa sia peggio. A parole sono tutti d’accordo sul taglio dei parlamentari, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo l’ingordigia, e chi se ne importa se i capi di stato stranieri ridono di noi mentre il paese affonda: loro i sacrifici non li vogliono proprio fare.
‘Signor ministro, per incarico del presidente della Camera dei deputati, Le comunico che l’Ufficio di presidenza ha deliberato di mantenere l’importo della dotazione per l’anno finanziario 2014 nella medesima misura già prevista per gli anni 2012 e 2013. L’importo della dotazione richiesta per ciascun anno del triennio 2012-2014 è quindi pari a euro 992.000.000‘: questa la richiesta sfacciata del segretario generale Ugo Zampetti a Tremonti, e non è certo la prima volta che, dagli annunci dei ‘tagli epocali’, la Casta ha messo il suo zampino per neutralizzare l’effetto annuncio. Quando le Borse crollavano e si preannunciava la seconda manovra finanziaria, la Camera tagliava le spese correnti del 2011 di un misero 0,71%, e il Senato faceva ancora meglio con uno 0,34%.
Pensate sia finita qui? Ecco cosa hanno stabilito ieri pomeriggio in Parlamento: ‘Per gli assenteisti in commissione decurtazione della diaria, mentre per i ‘sempre presenti’ un incentivo. Saranno queste le misure in discussione domani durante la riunione dell’ufficio di presidenza della Camera‘. Tradotto: chi è già pagato per stare in Parlamento verrà pagato di più. Geniali. Come se gli insegnanti venissero pagati di più per andare a scuola, o i medici per curare i malati in ospedale. Ora è sin troppo facile cadere nel populismo, nella retorica dell’anti-politica, ma di fronte a questi dati inoppugnabili esiste una sola verità: il vero problema dell’Italia sono loro. E non ci venissero a dire che li denigriamo, perché la tragica realtà è sotto gli occhi di tutti.