giovedì 7 luglio 2011

Processo Mediaset, i documenti ritrovati che fanno tremare Berlusconi

Un teste francese mostra carte compromettenti che la procura di Milano cercava da anni. Il premier è indagato per frode fiscale.

Nell’aula del processo Mediaset, in cui Silvio Berlusconi è imputato per frode fiscale e oggi, contumace, non ha invocato il legittimo impedimento, si materializzano dei documenti contabili che la Procura cercava da anni.

SCOVATI I DOCUMENTI - “Merito” della teste italo-francese Michelle Adamo, ex collaboratrice dell’imputato per riciclaggio Erminio Giraudi, sentita in video-conferenza col Principato di Monaco dai giudici della I sezione penale del Tribunale di Milano. Le sue dichiarazioni consentono di ricostruire l’iter della documentazione contabile della Film Trading, società che si è occupata a metà degli anni ’90 di intermediazione dei diritti televisivi, riconducibile allo stesso Giraudi. La teste rivela che quei documenti, cercati e non trovati dalla Procura attraverso una rogatoria a Montecarlo negli anni passati, erano stati consegnati da Giraudi ai suoi legali, e, pochi minuti dopo, l’avvocato Luca Sirotti, difensore dell’imprenditore, li mostra in aula.

DIRITTI TELEVISIVI GONFIATI - Il Tribunale si riserva di decidere se accogliere la produzione di queste carte nella prossima udienza. I documenti riguardano anche i contratti tra Film Trading e Ims, società maltese attiva nella compravendita dei diritti tv che, stando al racconto della Adamo, “coincideva con Mediaset”. Secondo l’accusa, Ims avrebbe fatto parte di quella rete di società attraverso le quali il prezzo dei diritti veniva gonfiato per accantonare fondi neri. La Adamo è stata l’unica dei sei testi monegaschi la cui audizione era prevista per rogatoria a essere sentita: in apertura d’udienza, i giudici francesi hanno avvertito i colleghi italiani che due testi sono deceduti e altri tre non si sono potuti presentare per motivi di salute o personali.

NON E’ FINITA - Dura le parole del pm Fabio De Pasquale nei confronti dell’autorità giudiziaria francese di fronte alla difficoltà a far deporre i testi: “Si è fatto ben oltre quello che si poteva fare, non è possibile procedere all’esame dibattimentale, è una situazione in cui la sovranità del nostro Paese si arresta: a questo punto, si tengano le dichiarazioni che hanno rilasciato in sede di dichiarazioni preliminari”. I giudici del Principato non sono stati in grado di indicare una data in cui potranno essere sentiti i testi che mancano all’appello. Il processo e’ stato aggiornato al 26 settembre.

(AGI)