di Rosario Grillo
Dura lex, sed lex: nella terra degli antichi Romani, inventori del Diritto, che hanno poi trasmesso ai posteri, sembra si siano smarriti il senso ed il rispetto della legalità.
A dire la verità, non occorre risalire molto addietro per ritrovare autorevole personaggio, che dal suo alto pulpito ha praticato l’abuso eslege ed ha quindi sanzionato l’illegalità, lanciando invettive continue contro la Magistratura, che la Legge vuole e deve ( far ) rispettare. ( Tra tutti invito a leggere Franco Cordero ).
Tutto ciò conferma la triste profezia di quanti sostenevano che la disintossicazione in Italia e degli italiani dal berlusconismo avrebbe richiesto lungo tempo.
Nell’Italia, preda della recessione, sottoposta alla dura cura di Monti, è esplosa la protesta sociale, che si nutre abbondantemente di questo virus della illegalità. Cominciamo con il dire che più che protesta sociale va definita protesta categoriale ( delle corporazioni ), perché essa è condotta sotto l’insegna irrinunciabile ed identitaria delle categorie d’appartenenza. Soltanto la contingenza storica della recessione combinata con l’aumento dei prezzi ha permesso la coagulazione in un fronte comune protestatario, a cui si sono accodate frange del movimento studentesco e gli indignados.
Nello stesso tempo saltano gli organismi preposti alla mediazione politica e sindacale : trionfa l’antipolitica, che usa indiscriminatamente argomenti del populismo, della demagogia e del qualunquismo. Si rifiutano i sindacati, si insultano i partiti e i politici. Prevale il ribellismo e si rasenta il clima che portò in Cile alla caduta di S. Allende e alla nascita della dittatura di Pinochet.
Le grinfie, peraltro, di organizzazioni malavitose sono subito pronte ad azzannare, come dimostrano certi retroscena del movimento dei forconi in Sicilia.
Per cercare una “ luce di speranza “ si deve riflettere su questi punti : a- nell’orizzonte dell’interesse generale si può trovare soluzione di questioni ( categorie ) particolari ; b- far proprio il modello socratico della legge etica; c- la politica è scienza della mediazione.
Il punto a- richiama il grave difetto del “ particulare “, caro agli italiani e suggerisce l’unico, obbligato correttivo.
Il punto b- si rifà alla scelta di campo : Socrate, condannato ingiustamente dalla sua città, conferma la sua fedeltà alle Leggi, perché senza di esse non c’è “ città “ ( Stato ).
Il punto c- ci consiglia di contribuire, attraverso la partecipazione democratica, dialetticamente, a rifondare, nello spirito della Costituzione, i partiti. Se oggi questi appaiono come apparati e burocrazie, inclini alla carriera ed alla conquista delle poltrone, non bisogna demordere ma rilanciare attraverso una loro rigenerazione come “ libere associazioni di cittadini “ ( Costituzione italiana, art. 49 ).
A chiosa finale, sostengo che la liberazione dal mostro della burocrazia richiede la collaborazione e l’impegno di tutti i cittadini, perché non può solo essere un “ ope legis “.
Dura lex, sed lex: nella terra degli antichi Romani, inventori del Diritto, che hanno poi trasmesso ai posteri, sembra si siano smarriti il senso ed il rispetto della legalità.
A dire la verità, non occorre risalire molto addietro per ritrovare autorevole personaggio, che dal suo alto pulpito ha praticato l’abuso eslege ed ha quindi sanzionato l’illegalità, lanciando invettive continue contro la Magistratura, che la Legge vuole e deve ( far ) rispettare. ( Tra tutti invito a leggere Franco Cordero ).
Tutto ciò conferma la triste profezia di quanti sostenevano che la disintossicazione in Italia e degli italiani dal berlusconismo avrebbe richiesto lungo tempo.
Nell’Italia, preda della recessione, sottoposta alla dura cura di Monti, è esplosa la protesta sociale, che si nutre abbondantemente di questo virus della illegalità. Cominciamo con il dire che più che protesta sociale va definita protesta categoriale ( delle corporazioni ), perché essa è condotta sotto l’insegna irrinunciabile ed identitaria delle categorie d’appartenenza. Soltanto la contingenza storica della recessione combinata con l’aumento dei prezzi ha permesso la coagulazione in un fronte comune protestatario, a cui si sono accodate frange del movimento studentesco e gli indignados.
Nello stesso tempo saltano gli organismi preposti alla mediazione politica e sindacale : trionfa l’antipolitica, che usa indiscriminatamente argomenti del populismo, della demagogia e del qualunquismo. Si rifiutano i sindacati, si insultano i partiti e i politici. Prevale il ribellismo e si rasenta il clima che portò in Cile alla caduta di S. Allende e alla nascita della dittatura di Pinochet.
Le grinfie, peraltro, di organizzazioni malavitose sono subito pronte ad azzannare, come dimostrano certi retroscena del movimento dei forconi in Sicilia.
Per cercare una “ luce di speranza “ si deve riflettere su questi punti : a- nell’orizzonte dell’interesse generale si può trovare soluzione di questioni ( categorie ) particolari ; b- far proprio il modello socratico della legge etica; c- la politica è scienza della mediazione.
Il punto a- richiama il grave difetto del “ particulare “, caro agli italiani e suggerisce l’unico, obbligato correttivo.
Il punto b- si rifà alla scelta di campo : Socrate, condannato ingiustamente dalla sua città, conferma la sua fedeltà alle Leggi, perché senza di esse non c’è “ città “ ( Stato ).
Il punto c- ci consiglia di contribuire, attraverso la partecipazione democratica, dialetticamente, a rifondare, nello spirito della Costituzione, i partiti. Se oggi questi appaiono come apparati e burocrazie, inclini alla carriera ed alla conquista delle poltrone, non bisogna demordere ma rilanciare attraverso una loro rigenerazione come “ libere associazioni di cittadini “ ( Costituzione italiana, art. 49 ).
A chiosa finale, sostengo che la liberazione dal mostro della burocrazia richiede la collaborazione e l’impegno di tutti i cittadini, perché non può solo essere un “ ope legis “.