di Martina Strazzeri
Oggi ricorre l'anniversario della morte di Federico Aldrovandi. Federico era uno studente di Ferrara, che fu assassinato la notte del 25 settembre 2005 da quattro poliziotti, i quali furono in seguito condannati in primo grado per eccesso colposo. Quella stessa notte arrivò una chiamata al 113 da parte di una signora spaventata per via di un ragazzo che «sbatteva dappertutto», presso l'ippodromo di Ferrara. Giunse sul posto una pattuglia della polizia, che fermò il ragazzo. Secondo quanto contenuto nel verbale della Questura, nel momento in cui arrivò la volante «Alfa 3», seguì uno scontro fisico tra il giovane e i quattro agenti, che lo immobilizzarono. In più, ci fu anche l'intervento da parte di una seconda pattuglia. Solo dopo diverso tempo, venne chiamato il 118, che riferì lo stato in cui versava il giovane, «riverso a terra, prono con le mani ammanettate dietro la schiena, era incosciente e non rispondeva». Alla fine, il giovane non riuscì a farcela e venne dichiarata il suo decesso per arresto cardio-respiratorio e trauma cranico-facciale. Alla famiglia venne data la notizia della morte del ragazzo solo dopo 5 ore dalla constatazione del decesso. I genitori, già dal primo istante, non ritennero veritiera la morte causata da un malore, vista l'ingente quantità di ecchimosi e lesioni presenti sul corpo del figlio. Solo dopo un lungo processo, fu possibile far luce sulla questione e la morte del ragazzo venne addebitata ai poliziotti, che cercarono, nel frattempo, di depistare anche le indagini.