martedì 31 gennaio 2012

Monorchio: "Ipotecare le case degli italiani per risanare i conti pubblici"


Un'ipoteca sul 10% del patrimonio privato al posto di una tassa patrimoniale. Con l'obiettivo di ridurre il costo del debito pubblico prevedendo, in parallelo, un piccolo "bonus" ai proprietari che si trasformeranno in questo modo garanti di parte del debito. L'ipotesi, che al momento è solo un'idea, è arrivata sul tavolo del primo confronto avviato al ministero dello Sviluppo con i ministri del Pdl. "Una proposta tra tante", spiega una fonte del dicastero che la ritiene poco percorribile. Che poi in serata afferma tranchant: "La proposta Monorchio non è stata né sara presa in considerazione per il Dl Sviluppo". Ma a presentarla è stato l'ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, che l'ha elaborata assieme all'esperto Guido Salerno.

E, con le sue suggestioni, trova favorevole qualche rappresentante di governo
. Un'ipoteca sul 10% del valore delle case private: l'idea non é di bolscevichi che puntano a nazionalizzare la proprietà privata. Ma, elaborata da Monorchio e Salerno, è stata presentata già alla Fondazione Ugo La Malfa e, pur nella sua complessità tecnica, avrebbe lo scopo di evitare la temuta patrimoniale. Già, perché lo scopo è sempre lo stesso: recuperare risorse per ridurre le tasse e favorire investimenti e sviluppo. Così che, ora che anche l'ipotesi condono sembra tramontare, non manca chi ritiene che la proposta dell'ex ragioniere possa prendere quota, diventare più che percorribile.

L'idea è quella di abbattere il costo del debito pubblico
, applicando i tassi Bce (ora all'1,5%) su nuovi, speciali titoli pubblici, grazie alla garanzia di asset privati: gli immobili degli italiani, ma solo per una piccola quota parte calcolata sul valore degli immobili di mercato all'anno 2000. Al tasso Bce andrebbe però aggiunta una maggiorazione dell'1% che servirà a ripagare il proprietario che ha dato in garanzia il bene. Che ci guadagna lo Stato? Il tasso dei titoli per lo Stato sarebbe quindi del 2,5%, ma i conti pubblici risparmierebbero comunque due punti rispetto ai tassi di mercato e le risorse potrebbero essere applicate per favorire lo sviluppo. E per i proprietari quali i benefici? Evitando la patrimoniale non avranno un aggravio di imposizione ma, anzi, un 'bonus' taglia-tasse. La maggiorazione dell'1%, che sarà loro attribuita, potrà essere utilizzata per pagare le imposte (ad esempio l'Ici).

Tecnicamente
la proposta - secondo i proponenti che hanno già elaborato anche un testo normativo - potrebbe essere realizzata solo dal momento del pareggio di bilancio e prevede che 'il patrimonio immobiliare privato' sul quale non gravano già garanzie ipotecarie, possa essere "prestato", in piccola quota (il 10%), per una garanzia allo Stato sul debito ventennale contratto con la Bce, con titoli di serie speciale denominati "Mobilitazione del patrimonio immobiliare privato" e "Bonus ai proprietari garanti". In questo modo il prestito non sarebbe collegato all'andamento del mercato. Attualmente il patrimonio abitativo, secondo dati Bankitalia, vale circa 4.832 miliardi che, escludendo quello ipotecato, scende a circa 4.500 miliardi. Prevedere un'ipoteca - che in alcune ipotesi sarebbe volontaria e in altre obbligatoria - del 10%, significa per lo Stato poter contrarre 450 miliardi di debito pubblico a un tasso ridotto, con un risparmio di almeno due punti percentuali che favorirebbe lo Sviluppo.

L'obiettivo sarebbe anche quello di stabilizzare il debito pubblico, riducendo la quota in mano a investitori esteri (che ora è appena sotto il 50%) e quindi da possibili speculazioni. Ma l'ipotesi, che è stata sintetizzata anche in un testo normativo di 10 articoli, deve ancora superare il vaglio collegiale, che poi è il nuovo metodo avviato dal ministro Romani che ha portato sul suo tavolo molte proposte, tutte ancora da vagliare.