lunedì 30 gennaio 2012

30 gennaio 1948, sessant'anni fa moriva Gandhi

di Federico Paolucci

Fu assassinato da un fanatico indù il 30 gennaio 1948. Scompare a Nuova Delhi il Mahatma (La Grande Anima) Mohandas Karamchand Gandhi. Tenace assertore della politica della non-violenza e leader indiscusso della nuova India.

L'uccisione di Gandhi, al culmine di un ciclo di violenza interreligiose, è una macchia durevole. Sembra il tradimento dell'intera nazione indiana nei confronti di un leader politico e spirituale (il Mahatma, la Grande anima) a cui doveva molto. Ma la stessa statura morale del Mahatma faceva di lui un esempio irraggiungibile. Il grande diplomatico e romanziere Shasnu Tharoor commenterà: "La vita di Gandhi era la sua lezione. Era unico fra gli statisti del secolo per la determinazione con cui viveva secondo i suoi valori. In lui la personalità pubblica si fondeva completamente con il comportamento privato. Era un grande leader e al tempo stesso un filosofo che conduceva esprimenti su se stesso per applicare a sé i propri ideali. Rifiutava di perseguire la verità usando metodi non veri, come la violenza contro gli avversari". Il gandhismo, nella sua profondità, è un'eredità quasi impossibile oggi da onorare.