martedì 4 ottobre 2011

Accordo bipartisan, legge del buon samaritano: salvare cibo invenduto dallo spreco


di Martina Strazzeri

Quando ci si mettono, la maggioranza e l'opposizione riescono ad accordarsi. Come è successo per il ddl bipartisan che vuole semplificare la «legge del buon samaritano» approvata nel 2003, ma mai applicata. Grazie alle legge, si introduceva la possibilità di dare alle persone bisognose gli ingenti quantitativi di cibo sprecato all'interno delle mense scolastiche, aziendali, ristoranti, bar, supermercati.

Secondo le stime raccolte dalla Coldiretti, sono 10mila tonnellate di alimenti ad essere destinati alle discariche ogni anno, per un valore complessivo che si aggira intorno ai 37 miliardi di euro. E tutto quel cibo, potrebbe sfamare 44 milioni di persone, più di tutta la popolazione spagnola. Gianni Arrigoni, del cda di «Qui Group», ha affermato: «La legge del 2003 era sintetica e generica, al punto che per gli esercenti era più semplice continuare a buttare gli avanzi piuttosto che donarli, evitando così rogne e problemi di ogni sorta».

E ha continuato dicendo: «Se mi reco in una gastronomia ed acquisto la cena da consumare sul divano di casa mia nessuno si preoccuperà delle condizioni di trasporto degli alimenti, ad esempio delle caratteristiche dell'auto in cui carico la cena o della temperatura che c'è nella mia vettura. Ma nel momento in cui dono del cibo invenduto ai bisognosi, ecco che saltano fuori regole a cui devo attenermi per non finire nei guai».

Secondo molti non ne vale la pena. Arrigoni ha sottolineato: «La solidarietà funziona anche grazie alla semplicità, e si può fare già tanto se la panda di un volontario diventa un mezzo valido per portare dei pasti a dei bisognosi. A maggior ragione considerando che sono tanti gli indigenti che popolano il nostro paese».
In Italia, una fetta del 5% della popolazione si ritrova a vivere in condizioni di povertà assoluta, il 13,1% in condizioni di povertà relativa e il 20% rischia di passare ad una condizione di povertà.