di Paola Totaro
Esterrefatti e indignati. Tutti, dalla redazione di Radio Rock, storica emittente romana, ai suoi numerosi ascoltatori.
Ma quale il motivo? Tutto nasce da un’intervista andata in onda a Gianluca Iannone, leader di Casapound nota organizzazione neofascista. Il tutto era stato organizzato dallo speaker Emilio Pappagallo per il suo spazio d’approfondimento “Il nome della cosa”.
L’annuncio dell’intervista era stato dato martedì mattina in radio e successivamente su facebook.
Furiosi gli ascoltatori che presto fanno sentire la propria voce. Nel pomeriggio, addirittura si rende necessaria la chiusura della bacheca di Radio Rock su facebook: “Ci scusiamo per aver dovuto chiudere la bacheca, ma le offese e i toni utilizzati avevano oltrepassato i limiti del civile confronto”. I commenti infatti, avevano superato il numero di 500 in poche ore. La notizia raggiunge tantissime persone velocemente e lo sdegno sale, tanto da dover decidere di intervistare Iannone al telefon, evitandogli di dover raggiungere gli studi della radio e scongiurando così possibili incidenti.
Anche il capogruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, Ivano Peduzzi ed il coordinatore Giovani Comunisti Lazio, Filippo Cannizzo, con un comunicato stampa hanno commentato la vicenda prendendo le distanze dall’emittente: “Così facendo, Radio Rock legittima l’azione di Casapound, nota organizzazione neofascista, che, pur definendosi ‘fascista del terzo millennio’, usa comportamenti fascisti del secolo scorso”. Il riferimento, è alla recente aggressione subita da quattro giovani del Pd nel IV municipio di Roma. Solo l’ultima di una lunga serie.
Max, un ascoltatore, richiama alla “coerenza editoriale”: “Il rock non è solo un genere musicale, ma è stato sempre anche una filosofia di vita che è contraria a qualsiasi tipo di fascismo. Aver fatto parlare quel boia è stato tradire quello che Radio Rock ha significato per tanti anni”. Altri si chiedono come abbia potuto Pappagallo, con la sua esperienza e professionalità, far apparire “quelle merde come degli eroi rivoluzionari antisistema”. Il conduttore radiofonico viene definito “amico dei fasci” e qualcuno si chiede: “A quando l’intervista a Erich Priebke?”. Nasce addirittura il gruppo “Boicottiamo Radio Rock”.
Non è la prima volta che Emilio Pappagallo parla di Casapound in onda. La precedente fu in occasione del terremoto in Abruzzo. Pappagallo rese nota l’offerta dell’associazione neofascista a fungere da punto di raccolta per beni di prima necessità da inviare ai terremotati. Anche il quel caso qualcuno ritenne la decisione della pubblicizzazione inaccettabile.
I colleghi di radio commentano per voce di Prince Faster, storica voce di Radio Rock, il quale scrive sulla propria bacheca facebook: “In merito all’intervista: tutta la redazione ne era all’oscuro fino a ieri pomeriggio e certe scelte dovrebbero essere discusse con tutti quanti, come facciamo per ogni cosa tutte le settimane da un anno a questa parte. La decisione è stata presa autonomamente da Emilio Pappagallo, scelta che ha messo in difficoltà la radio tutta”.
Diffida Radio Rock dal trasmettere propri brani la band 99 Posse, che sarà a Roma in tour i primi di dicembre: “Mai più una nostra canzone, nessuna richiesta di intervista, né di supporto alle nostre esibizioni nella capitale o altrove. Non c’è nessun dialogo possibile con chi fa dello squadrismo la stella polare della propria azione politica, nessuno spazio di condivisione con chi distingue i diritti sulla base della nazionalità, del colore della pelle, della lingua con la quale si parla. La tolleranza si riserva ai tolleranti, la democrazia ai democratici, il dialogo a chi crede nel dialogo”.
Esterrefatti e indignati. Tutti, dalla redazione di Radio Rock, storica emittente romana, ai suoi numerosi ascoltatori.
Ma quale il motivo? Tutto nasce da un’intervista andata in onda a Gianluca Iannone, leader di Casapound nota organizzazione neofascista. Il tutto era stato organizzato dallo speaker Emilio Pappagallo per il suo spazio d’approfondimento “Il nome della cosa”.
L’annuncio dell’intervista era stato dato martedì mattina in radio e successivamente su facebook.
Furiosi gli ascoltatori che presto fanno sentire la propria voce. Nel pomeriggio, addirittura si rende necessaria la chiusura della bacheca di Radio Rock su facebook: “Ci scusiamo per aver dovuto chiudere la bacheca, ma le offese e i toni utilizzati avevano oltrepassato i limiti del civile confronto”. I commenti infatti, avevano superato il numero di 500 in poche ore. La notizia raggiunge tantissime persone velocemente e lo sdegno sale, tanto da dover decidere di intervistare Iannone al telefon, evitandogli di dover raggiungere gli studi della radio e scongiurando così possibili incidenti.
Anche il capogruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, Ivano Peduzzi ed il coordinatore Giovani Comunisti Lazio, Filippo Cannizzo, con un comunicato stampa hanno commentato la vicenda prendendo le distanze dall’emittente: “Così facendo, Radio Rock legittima l’azione di Casapound, nota organizzazione neofascista, che, pur definendosi ‘fascista del terzo millennio’, usa comportamenti fascisti del secolo scorso”. Il riferimento, è alla recente aggressione subita da quattro giovani del Pd nel IV municipio di Roma. Solo l’ultima di una lunga serie.
Max, un ascoltatore, richiama alla “coerenza editoriale”: “Il rock non è solo un genere musicale, ma è stato sempre anche una filosofia di vita che è contraria a qualsiasi tipo di fascismo. Aver fatto parlare quel boia è stato tradire quello che Radio Rock ha significato per tanti anni”. Altri si chiedono come abbia potuto Pappagallo, con la sua esperienza e professionalità, far apparire “quelle merde come degli eroi rivoluzionari antisistema”. Il conduttore radiofonico viene definito “amico dei fasci” e qualcuno si chiede: “A quando l’intervista a Erich Priebke?”. Nasce addirittura il gruppo “Boicottiamo Radio Rock”.
Non è la prima volta che Emilio Pappagallo parla di Casapound in onda. La precedente fu in occasione del terremoto in Abruzzo. Pappagallo rese nota l’offerta dell’associazione neofascista a fungere da punto di raccolta per beni di prima necessità da inviare ai terremotati. Anche il quel caso qualcuno ritenne la decisione della pubblicizzazione inaccettabile.
I colleghi di radio commentano per voce di Prince Faster, storica voce di Radio Rock, il quale scrive sulla propria bacheca facebook: “In merito all’intervista: tutta la redazione ne era all’oscuro fino a ieri pomeriggio e certe scelte dovrebbero essere discusse con tutti quanti, come facciamo per ogni cosa tutte le settimane da un anno a questa parte. La decisione è stata presa autonomamente da Emilio Pappagallo, scelta che ha messo in difficoltà la radio tutta”.
Diffida Radio Rock dal trasmettere propri brani la band 99 Posse, che sarà a Roma in tour i primi di dicembre: “Mai più una nostra canzone, nessuna richiesta di intervista, né di supporto alle nostre esibizioni nella capitale o altrove. Non c’è nessun dialogo possibile con chi fa dello squadrismo la stella polare della propria azione politica, nessuno spazio di condivisione con chi distingue i diritti sulla base della nazionalità, del colore della pelle, della lingua con la quale si parla. La tolleranza si riserva ai tolleranti, la democrazia ai democratici, il dialogo a chi crede nel dialogo”.