Quello che stiamo per dire non farà felici i contribuenti. E' stato previsto che, una volta trascorsi 60 giorni dall'avviso al contribuente, l'Equitalia avrà la possibilità di recuperare il debito, attraverso un semplice titolo di debito, che è subito esecutivo. Insomma, con un avviso si è in mora.
Quindi, il vecchio sistema che prevedeva l'istituzione di una cartella esattoriale e un saldo del debito nell'arco di 15-18 mesi, non si applicherà più. Insomma, visto il periodo di forte crisi, ad Attilio Befera alla guida di Equitalia sono stati attribuiti da Tremonti poteri mai visti prima. Ma l'obiettivo da perseguire è alto: 13 miliardi per la prossima raccolta fiscale.
Di conseguenza, entro 61 giorni dall'avviso, il contribuente non paga o contesta la somma, pagandone un terzo. Se il contribuente vuole proporre ricorso, per un periodo di sei mesi gli agenti della riscossione non potranno avviare pignoramenti, ma potranno procedere all'ipoteca di una casa o al blocco dell'auto. Laddove ci sia la convinzione da parte di Equitalia di un fondato pericolo di perdere il credito, può fare ciò che crede necessario: sequestrare una pensione, mettere un bene all'asta immobiliare. Se il cittadino riesce a provare di avere problemi di liquidità, potrà richiedere al giudice tributario una sospensiva per fermare l'azione (per 150-180 giorni) o potrà aderire ad un concordato (sconto con trattativa).
L'avvocato Alberto Goffi, consigliere regionale Udc del Piemonte, ha affermato: «Non esiste più diritto alla difesa, devi versare che tu abbia torto o ragione. Si sta colpendo chi ha fatto dichiarazioni fedeli e oggi, a causa della crisi, non è in grado di pagare le tasse. Non puoi impugnare quello che hai dichiarato, è la condanna a morte delle imprese oneste». E' intervenuto sulla questione anche il segretario Adiconsum, Pietro Giordano: «Con questi tassi prossimi all'usura crescerà il debito dei contribuenti, le misure introdotte a luglio vengono vanificate».
Quindi, il vecchio sistema che prevedeva l'istituzione di una cartella esattoriale e un saldo del debito nell'arco di 15-18 mesi, non si applicherà più. Insomma, visto il periodo di forte crisi, ad Attilio Befera alla guida di Equitalia sono stati attribuiti da Tremonti poteri mai visti prima. Ma l'obiettivo da perseguire è alto: 13 miliardi per la prossima raccolta fiscale.
Di conseguenza, entro 61 giorni dall'avviso, il contribuente non paga o contesta la somma, pagandone un terzo. Se il contribuente vuole proporre ricorso, per un periodo di sei mesi gli agenti della riscossione non potranno avviare pignoramenti, ma potranno procedere all'ipoteca di una casa o al blocco dell'auto. Laddove ci sia la convinzione da parte di Equitalia di un fondato pericolo di perdere il credito, può fare ciò che crede necessario: sequestrare una pensione, mettere un bene all'asta immobiliare. Se il cittadino riesce a provare di avere problemi di liquidità, potrà richiedere al giudice tributario una sospensiva per fermare l'azione (per 150-180 giorni) o potrà aderire ad un concordato (sconto con trattativa).
L'avvocato Alberto Goffi, consigliere regionale Udc del Piemonte, ha affermato: «Non esiste più diritto alla difesa, devi versare che tu abbia torto o ragione. Si sta colpendo chi ha fatto dichiarazioni fedeli e oggi, a causa della crisi, non è in grado di pagare le tasse. Non puoi impugnare quello che hai dichiarato, è la condanna a morte delle imprese oneste». E' intervenuto sulla questione anche il segretario Adiconsum, Pietro Giordano: «Con questi tassi prossimi all'usura crescerà il debito dei contribuenti, le misure introdotte a luglio vengono vanificate».