di Roberto Carroll
E’ assodato, certi leghisti non possono fare a meno di solidarizzare con quanti si trovano inguaiati con la giustizia. Lo hanno fatto per tutte le legislature del loro alleato, l’ometto bionico di Arcore, non si sono potuti esimere dal farlo adesso che una bandiera (ex?) dell’Atalanta dopo gli spazi aperti degli stadi assapora quelli un po’ più angusti della prigione.
Questa volta le luci della ribalta non sono sul senatùr ma balenano su due figure di secondo piano che evidentemente cercano di uscire dalla grama notorietà regionale aspirando a qualcosa di più nazionale. Si tratta dell’assessore regionale Daniele Belotti e dell’onorevole Giacomo Stucchi, entrambi Lega Nord.
I sodali ci informano di aver trovato il calciatore “Molto provato, con le lacrime agli occhi” e ciò non può che stupirci dato che tutti sappiamo la gioiosità con cui ogni individuo varchi le soglie delle patrie galere. Risate a go go nelle partite a tresette tra novelli detenuti e secondini si sprecano, a detta dei bene informati.
“Cristiano ha la barba incolta è davvero prostrato…Il morale di Cristiano è sotto un treno”. Questi i commenti dei due uomini stipendiati coi soldi pubblici.
Ora accertare la colpevolezza del calciatore Atalantino è compito della magistratura, sin adesso noi dobbiamo valutarla come presunta e che Doni riceva delle visite in carcere lo trovo, personalmente, un atto di umanità che non dovrebbe far gridare allo scandalo se non fosse che a muoversi sono stati due uomini politici e non due familiari o consanguinei.
Il fatto che più fa male non è la visita all’ex capitano ma la completa assenza dei due leghisti di una rassegna sulla situazione carceraria, sia nello specifico di Cremona, dove l’ex calciatore è detenuto, sia in un più conosciuto luogo come San Vittore.
E’ ovvio che ai due “duri e puri” di cosa accada a San Vittore o di come stiano gli altri detenuti non può fregar di meno. Cribbio, tra “terùn e niger” il solo pensiero di accostarli per sapere se anche loro hanno il morale a terra o spazzino allegramente tra un Happy Hour e un sala Bingo, li fa certo temere sulla possibilità di contagio a terribili e letali malattie.
Dobbiamo rassegnarci. La maggior pasta dei politici nostrani si dimostra essere fatta di questa qualità. Solidarietà a chi ha conosciuto i fasti di una vita agiata che tanti vorrebbero vivere ed è caduto nel fango, e di contro disprezzo, repressione, gogna mediatica per chi o per uno spinello, o per furto o per clandestinità stanno reclusi dietro le sbarre.
Ci deve essere un moto inconscio in questo fare. La loro parte più nascosta forse si esprime con questo pensiero: “Guarda che puoi finirci tu domani dietro le sbarre…E non avresti piacere di ricevere la visita di un tuo pari?...”
Ovviamente i due si sono anche ben guardati di esprimere un discorso sul malaffare esistente nel calcio, visto che l’inchiesta include giocatori dell’Atalanta, Doni appunto, e Filippo Carobbio ex Albino Leffe. La bergamasca è terra immune dal malaffare, come insegna l’ex tesoriere DC Severino Citaristi, pace all’anima sua. Non siamo nel sud del malaffare della collusione con la mafia o dei falsi invalidi, che diamine. Siamo nel pulito Nord. Così anche a Filippo Carobbio i due politici lùmbard hanno voluto portare il loro calore umano.
Infine, neppure un commento od una parola sulle dichiarazioni di Doni rispetto la sua “fuga”. Dichiara l’ex giocatore. “Non è vera la storia della fuga, è stato un malinteso. Non volevo assolutamente fuggire e poi perché? Pensavo ci fossero i ladri in casa, così tutto trafelato ho raggiunto il garage, perché temevo per la mia incolumità”.
E bravo Cristiano, Cuor di Leone. Te ne vai e lasci moglie e figlia in mano a malviventi? Un vero padre di famiglia, non c’è che dire. A meno che questa dichiarazione non sia figlia del tuo sacco ma l’imbeccata di chi ti rappresenta. Se fosse così sarebbe opportuno tu cambiassi sin d’ora chi ti rappresenta perché con un tale consigliere, anche se sei innocente, la galera è già prenotata.
E’ assodato, certi leghisti non possono fare a meno di solidarizzare con quanti si trovano inguaiati con la giustizia. Lo hanno fatto per tutte le legislature del loro alleato, l’ometto bionico di Arcore, non si sono potuti esimere dal farlo adesso che una bandiera (ex?) dell’Atalanta dopo gli spazi aperti degli stadi assapora quelli un po’ più angusti della prigione.
Questa volta le luci della ribalta non sono sul senatùr ma balenano su due figure di secondo piano che evidentemente cercano di uscire dalla grama notorietà regionale aspirando a qualcosa di più nazionale. Si tratta dell’assessore regionale Daniele Belotti e dell’onorevole Giacomo Stucchi, entrambi Lega Nord.
I sodali ci informano di aver trovato il calciatore “Molto provato, con le lacrime agli occhi” e ciò non può che stupirci dato che tutti sappiamo la gioiosità con cui ogni individuo varchi le soglie delle patrie galere. Risate a go go nelle partite a tresette tra novelli detenuti e secondini si sprecano, a detta dei bene informati.
“Cristiano ha la barba incolta è davvero prostrato…Il morale di Cristiano è sotto un treno”. Questi i commenti dei due uomini stipendiati coi soldi pubblici.
Ora accertare la colpevolezza del calciatore Atalantino è compito della magistratura, sin adesso noi dobbiamo valutarla come presunta e che Doni riceva delle visite in carcere lo trovo, personalmente, un atto di umanità che non dovrebbe far gridare allo scandalo se non fosse che a muoversi sono stati due uomini politici e non due familiari o consanguinei.
Il fatto che più fa male non è la visita all’ex capitano ma la completa assenza dei due leghisti di una rassegna sulla situazione carceraria, sia nello specifico di Cremona, dove l’ex calciatore è detenuto, sia in un più conosciuto luogo come San Vittore.
E’ ovvio che ai due “duri e puri” di cosa accada a San Vittore o di come stiano gli altri detenuti non può fregar di meno. Cribbio, tra “terùn e niger” il solo pensiero di accostarli per sapere se anche loro hanno il morale a terra o spazzino allegramente tra un Happy Hour e un sala Bingo, li fa certo temere sulla possibilità di contagio a terribili e letali malattie.
Dobbiamo rassegnarci. La maggior pasta dei politici nostrani si dimostra essere fatta di questa qualità. Solidarietà a chi ha conosciuto i fasti di una vita agiata che tanti vorrebbero vivere ed è caduto nel fango, e di contro disprezzo, repressione, gogna mediatica per chi o per uno spinello, o per furto o per clandestinità stanno reclusi dietro le sbarre.
Ci deve essere un moto inconscio in questo fare. La loro parte più nascosta forse si esprime con questo pensiero: “Guarda che puoi finirci tu domani dietro le sbarre…E non avresti piacere di ricevere la visita di un tuo pari?...”
Ovviamente i due si sono anche ben guardati di esprimere un discorso sul malaffare esistente nel calcio, visto che l’inchiesta include giocatori dell’Atalanta, Doni appunto, e Filippo Carobbio ex Albino Leffe. La bergamasca è terra immune dal malaffare, come insegna l’ex tesoriere DC Severino Citaristi, pace all’anima sua. Non siamo nel sud del malaffare della collusione con la mafia o dei falsi invalidi, che diamine. Siamo nel pulito Nord. Così anche a Filippo Carobbio i due politici lùmbard hanno voluto portare il loro calore umano.
Infine, neppure un commento od una parola sulle dichiarazioni di Doni rispetto la sua “fuga”. Dichiara l’ex giocatore. “Non è vera la storia della fuga, è stato un malinteso. Non volevo assolutamente fuggire e poi perché? Pensavo ci fossero i ladri in casa, così tutto trafelato ho raggiunto il garage, perché temevo per la mia incolumità”.
E bravo Cristiano, Cuor di Leone. Te ne vai e lasci moglie e figlia in mano a malviventi? Un vero padre di famiglia, non c’è che dire. A meno che questa dichiarazione non sia figlia del tuo sacco ma l’imbeccata di chi ti rappresenta. Se fosse così sarebbe opportuno tu cambiassi sin d’ora chi ti rappresenta perché con un tale consigliere, anche se sei innocente, la galera è già prenotata.