di Martina Strazzeri
Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, in una missiva inviata al quotidiano «La Repubblica» scrive così: «Le risorse per il risanamento e la crescita si devono reperire da una seria tassazione delle grandi ricchezze, dei grandi immobili e da un contributo di solidarieta' sui redditi alti ed una rigorosa lotta all'evasione fiscale che non guardi in faccia a nessuno».
E ancora: «Confindustria non puo' pensare che la crescita della nostra economia possa derivare dall'allungamento dell'eta' pensionabile, infatti il fondo lavoratori dipendenti e' in equilibrio e non puo' essere intaccato per fare cassa». Secondo l'opinione espressa dalla Camusso «il teorico risparmio dell'eta' pensionabile e' in realta' un gigantesco costo che produce disoccupazione femminile e giovanile e dispersione all'estero delle intelligenze».
Per il segretario generale della Cgil, vi è il bisogno di «un piano per l'occupazione giovanile e la stabilizzazione del precariato», che deve essere realizzato «con la riduzione del carico fiscale sulle aziende e con incentivi all'assunzione e alla stabilizzazione» e deve essere finanziato «tramite il ripristino di una tassa di successione che non escluda i patrimoni societari».
Poi è stato affrontato il tema delle Regioni e in merito la Camusso ha affermato che «occorre ragionare di qualificazione e stabilizzazione del lavoro pubblico e di qualificazione dei servizi pubblici locali, non in una logica di privatizzazione e smantellamento come sembra indicare Confindustria, ma di riorganizzazione e concentrazione». Inoltre, in tema di trasporto pubblico locale ha avanzato una proposta diretta alle Regioni di «svolgere una funzione di indirizzo e pianificazione costituendo un'unica società integrata per ogni Regione».
Poi, all'interno della missiva, la Camusso ha focalizzato l'attenzione sulla situazione in cui versa il Mezzogiorno, scrivendo che «la crescita e' possibile solo in una logica unitaria che assuma l'emergenza meridionale come priorita' assoluta poichè la crisi minaccia interi settori produttivi e può produrre la deindustrializzazione di intere Regioni». E infine ha detto: «Su questo tema e' stata scandalosa la latitanza del Governo, la cui uscita di scena e' condizione per recuperare credibilita' sui mercati. La responsabilita' di una classe dirigente impone che le grandi imprese nazionali si facciano promotrici di un disegno che produca la difesa degli insediamenti e nuovi investimenti nel Mezzogiorno».
E ancora: «Confindustria non puo' pensare che la crescita della nostra economia possa derivare dall'allungamento dell'eta' pensionabile, infatti il fondo lavoratori dipendenti e' in equilibrio e non puo' essere intaccato per fare cassa». Secondo l'opinione espressa dalla Camusso «il teorico risparmio dell'eta' pensionabile e' in realta' un gigantesco costo che produce disoccupazione femminile e giovanile e dispersione all'estero delle intelligenze».
Per il segretario generale della Cgil, vi è il bisogno di «un piano per l'occupazione giovanile e la stabilizzazione del precariato», che deve essere realizzato «con la riduzione del carico fiscale sulle aziende e con incentivi all'assunzione e alla stabilizzazione» e deve essere finanziato «tramite il ripristino di una tassa di successione che non escluda i patrimoni societari».
Poi è stato affrontato il tema delle Regioni e in merito la Camusso ha affermato che «occorre ragionare di qualificazione e stabilizzazione del lavoro pubblico e di qualificazione dei servizi pubblici locali, non in una logica di privatizzazione e smantellamento come sembra indicare Confindustria, ma di riorganizzazione e concentrazione». Inoltre, in tema di trasporto pubblico locale ha avanzato una proposta diretta alle Regioni di «svolgere una funzione di indirizzo e pianificazione costituendo un'unica società integrata per ogni Regione».
Poi, all'interno della missiva, la Camusso ha focalizzato l'attenzione sulla situazione in cui versa il Mezzogiorno, scrivendo che «la crescita e' possibile solo in una logica unitaria che assuma l'emergenza meridionale come priorita' assoluta poichè la crisi minaccia interi settori produttivi e può produrre la deindustrializzazione di intere Regioni». E infine ha detto: «Su questo tema e' stata scandalosa la latitanza del Governo, la cui uscita di scena e' condizione per recuperare credibilita' sui mercati. La responsabilita' di una classe dirigente impone che le grandi imprese nazionali si facciano promotrici di un disegno che produca la difesa degli insediamenti e nuovi investimenti nel Mezzogiorno».